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Di Maio, un cambiamento che non spaventa i mercati

Ha corteggiato la finanza internazionale senza perdere il contatto con la base. E il risultato del voto, invece di spaventare, induce molti a cogliere opportunità di acquisto.

6 Marzo 2018 07:52
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Il grande filosofo tedesco Hegel la chiamava ‘l’astuzia della ragione’, intendendo la capacità dello Spirito che governa i destini del mondo di utilizzare i veicoli umani più improbabili e inconsapevoli per tessere il suo disegno. Il pentastellato Luigi Di Maio sembra rispondere all’identikit. Un portavoce del cambiamento - sicuramente non un leader carismatico alla Berlusconi o alla Renzi - capace di andare a corteggiare gli investitori nella City di Londra o a Wall Street senza fare imbestialire una base che vede la finanza internazionale come il diavolo in persona.

COMPRARE SULLE DEBOLEZZE
Gli strategist delle grandi banche d’investimento non sono digiuni di filosofia classica e lo hanno capito. Come lo strategist di JP Morgan Mislav Matejka che ieri mattina ha scritto ai clienti che “l’Italia resta il nostro paese preferito per investire, useremo ogni debolezza del mercato come un’opportunità per aumentare l’esposizione”. Più in generale, come ha riportato a caldo Zero Hedge, a Wall Street il risultato delle elezioni italiane è stato giudicato non particolarmente scioccante e certamente non un motivo valido per ridurre ora l'esposizione.

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MENO GOVERNO MENO SPESA
Ora ci vorranno settimane, se non mesi, per sbrogliare la matassa consegnata dalle urne al Capo dello Stato. Il primo passaggio è l’elezione dei presidenti di Camera e Senato.  Ci vorrà una maggioranza, e da quella Mattarella partirà per decidere a chi affidare l’incarico di formare il governo. Intanto Gentiloni va avanti per l’ordinaria amministrazione, il che vuol dire che non potrà lasciarsi andare a spese folli, ammesso che sia il tipo, come quelle contenute nelle promesse elettorali di tutti i partiti. Una specie di cintura di sicurezza che impedirà a debito e deficit di crescere. Intanto lo scenario politico ha sgombrato il campo dai personaggi più ingombranti e tendenzialmente disponibili ad assumersi rischi eccessivi, con l’eccezione del leader leghista Salvini.

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LE BANCHE MANTENGONO APPEAL
Il mercato si prenderà tutto il tempo necessario per valutare gli sviluppi politici, e intanto l’investitore potrà dedicarsi ad approfittare dell’incertezza per andare alla ricerca del valore in Borsa. Il primo impatto è stato negativo soprattutto sulle banche, mentre lo spread si è mosso poco grazie anche alla protezione di Draghi. Avevamo detto che Unicredit era il titolo da guardare perché rappresenta la concentrazione più alta di investitori internazionali e anche perché è quello che probabilmente ha fatto più strada nell’opera di pulizia. Oggi si compra poco sopra i livelli post-aumento di capitale di un anno fa. Più in generale le banche possono essere interessanti per il potenziale di aggregazioni che il settore esprime. E che forse diventano più facili da realizzare se la politica ha altro da fare.
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