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Le tradizionali coperture contro l’inflazione adesso risultano onerose

Non si può affatto escludere che l’inflazione, soprattutto americana, possa accelerare: per la copertura da tale rischio occorre scegliere tra opzioni spesso costose.

24 Febbraio 2017 09:26
financialounge -  inflazione mercati obbligazionari oro Pictet prezzi al consumo settore immobiliare USA

Dopo un prolungato periodo di tempo in cui a far paura era la deflazione, ora sembra essere entrati nello scenario in cui occorre temere un rialzo dell’inflazione. Il rischio è soprattutto negli Stati Uniti, dove stanno aumentando i rischi di un incremento eccessivo dei prezzi al consumo. E, se la crescita si manterrà solida, nel 2018 gli investitori dovranno fronteggiare una turbolenza del costo della vita.

In base agli ultimi dati disponibili e alle previsioni, un’inflazione americana al 2,3% è un’ipotesi tutt'altro che remota: se così fosse, vorrebbe dire che il target della Federal Reserve (2%) sarebbe superato.

Tuttavia, è convinzione degli analisti che la banca centrale americana preferisca fronteggiare i rischi legati a prezzi al consumo con maggiore vigore piuttosto che le implicazioni derivanti da un inasprimento prematuro della politica monetaria in un periodo in cui la crescita, sebbene robusta, non è ancora consolidata in tutte le sue componenti.

Resta il fatto, però, che qualora nel corso dell’anno l’espansione economica dovesse proseguire all’attuale ritmo o, magari, accelerare ulteriormente, l’impatto sull’inflazione potrebbe determinare prezzi al consumo al di sopra delle attuali previsioni: uno scenario nel quale è senz’altro raccomandabile valutare potenziali coperture contro l’inflazione.

“In base ai nostri modelli molte delle tradizionali coperture contro l’inflazione appaiono onerose. In tale categoria rientrano produttori di commodity, titoli industriali e delle infrastrutture” fa sapere la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity.

Secondo gli esperti della PSU, nel settore immobiliare, le locazioni commerciali indicizzate all’inflazione dovrebbero alimentare un maggior flusso di reddito, ma l’eccesso di offerta sui mercati chiave potrebbe erodere i rendimenti complessivi. Per quanto riguarda invece le obbligazioni inflation linked, se è vero che ora risultano non più sopravvalutate, è altrettanto vero che non possono certo essere definite convenienti.

“Tramite questi bond, i benefici di una protezione contro l’inflazione sono associati alla potenziale sottoperformance dovuta all’aumento dei tassi reali, un trend valido anche per l’oro” spiegano gli esperti della PSU che, relativamente all’oro, ricordano come le sue caratteristiche di bene rifugio dovrebbero comunque garantire una certa protezione in caso di variazioni estreme dell’inflazione o di turbolenze dei mercati. Infine, uno sguardo ai settori.

“Se le prospettive per i finanziari sembrano in via di miglioramento, le società energetiche europee e alcuni segmenti dei mercati emergenti appaiono piuttosto convenienti e dovrebbero essere sostenuti dalla reflazione, in particolare se tale trend dovesse diffondersi al di fuori degli Stati Uniti” conclude la PSU.
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