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Le società più gettonate in borsa non sono necessariamente le più redditizie

Per selezionare le compagnie difensive con valore ancora inespresso dal mercato meglio puntare sulla combinazione di profittabilità, prudenza, protezione e prezzo.

24 Novembre 2017 10:08
financialounge -  facebook google Laurent Nguyen mercati azionari Pictet settore tecnologico

Il mercato azionario nel 2017, almeno finora, non ha deluso le aspettative sorprendendo i tanti scettici sulla longevità del toro di Borsa che dura quasi senza soluzione di continuità da oltre otto anni e mezzo. E, tra i settori che hanno dato più soddisfazioni agli investitori, un posto in prima fila spetta senza dubbio alla tecnologia. Infatti l’indice tecnologico Nasdaq ha registrato un +27,6% da inizio anno contro il +16,9% dell’MSCI world, rappresentativo di tutte le principali Borse mondiali.

Ma, osservando più da vicino le performance delle singole società tecnologiche si nota con evidenza che sono stati i colossi dell’hi tech a stelle e strisce a trainare la corsa del listino tecnologico americano. Basta guardare alle performance delle compagnie che possono vantare una capitalizzazione di borsa superiore ai 500 miliardi di dollari: Apple (+50,5%), Alphabet – Google (+34,1%), Microsoft (+34,2%), Amazon (+54,3%) e Facebook (+56,9%).

Peccato però che non tutte le società hi tech siano Google, Apple e Amazon, anzi spesso molte società amate dagli investitori possono cadere nella polvere se i piani di sviluppo non rispettano le aspettative, se il management si dimostra non all’altezza della situazione, se non riescono a superare crisi di mercato.

“I mercati finanziari sono caratterizzati da una tendenza comportamentale diffusa: gli investitori cercano società che promettono una crescita rapida, ma forse insostenibile. Il rovescio della medaglia è che la maggior parte degli investitori sottovaluta il potenziale delle aziende più prudenti e stabili nel lungo periodo. È proprio questa inefficienza di mercato che la nostra strategia implementata nel fondo Pictet Global Defensive Equity cerca di volgere a proprio vantaggio perché non crediamo che le società più gettonate siano anche le più redditizie” dichiara Laurent Nguyen, Head of Global Defensive Equities di Pictet Asset Management.

Nel mirino del manager ci sono le compagnie in grado di generare rendimenti interessanti per gli azionisti, senza che questi debbano assumersi rischi eccessivi. “Siamo convinti che tali aziende possano dimostrarsi più resilienti nelle fasi di cambiamento del ciclo economico e più preparate ad affrontare eventuali rallentamenti. La ricerca di società difensive richiede un'analisi approfondita. Il nostro approccio si basa su una visione a 360°, poiché riconosciamo i rischi di basarsi su un parametro solo, come la bassa volatilità; esaminiamo quindi molte caratteristiche che, combinate tra loro, danno vita ad un profilo difensivo completo” puntualizza Laurent Nguyen, ricordando come, in passato, investire in aree difensive significasse privilegiare società con caratteristiche ben precise, come una bassa volatilità o dividendi superiori alla media.

“Tuttavia, le strategie basate su singoli fattori possono essere vulnerabili a eventuali cambiamenti dei cicli economici e finanziari” precisa Laurent Nguyen. Pictet, proprio tenendo in considerazione tali lacune, ha sviluppato un modello proprietario multidimensionale incentrato su quattro elementi chiave: profittabilità, prudenza, protezione e prezzo in modo da selezionare le compagnie difensive con valore ancora inespresso. “Crediamo che la nostra strategia difensiva possa rivestire un ruolo chiave nell'allocazione azionaria globale. Contribuisce inoltre a diversificare un portafoglio azionario già esistente, grazie all’orientamento contrarian degli investimenti in società sottovalutate dal mercato” conclude Laurent Nguyen.
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