BCE

La Germania strizza l’occhio a Trump

Sotto assedio in Europa per l'eccesso di surplus commerciale, la Germania cerca sponde a Washington. È già l'Unione a due velocità della Merkel?

9 Febbraio 2017 13:11
financialounge -  BCE donald Trump germania Jens Spahn Mario Draghi surplus commerciale USA

Una Germania forte è un bene anche per l’economia degli USA. Jens Spahn, vice ministro delle Finanze tedesco, lancia un messaggio chiaro a Donald Trump attraverso il Wall Street Journal. Si potrebbe già ricavare un’indicazione politica dalla scelta della testata, fatta per parlare direttamente a chi comanda alla Casa bianca.

Il contenuto dell’articolo firmato da Spahn sul giornale di Wall Street è eloquente: il surplus commerciale della Germania, che nel 2016 ha segnato un nuovo record a 253 miliardi di euro, non è un problema per gli Stati Uniti. Anzi è nell’interesse dei due paesi avere un partner forte e competitivo.

Messaggio chiaro, ma vale lo stesso per l’Europa? In realtà Spahn nella lettera non parla mai a nome dell’Unione europea, se non per dire che la Germania (“come la California”) non ha una propria moneta. E anche questo dato può essere letto in chiave politica.

Sembra proprio che Berlino voglia stabilire una connessione diretta con Washington, bypassando la paludata burocrazia di Bruxelles e le difficoltà dei cugini poveri dell’Europa del sud. Vedendola con un po’ di malizia, potrebbe essere una prova generale dell’Europa a due velocità teorizzata da Angela Merkel.

Tuttavia Spahn cita la Banca centrale europea, ma solo per sottolineare che un euro più forte taglierebbe il surplus commerciale tedesco mentre l’attuale politica monetaria va esattamente nella direzione opposta. In pratica, una stoccata a Draghi mentre si cerca di convincere il diffidente Trump che la debolezza dell’euro non dipende dalla Germania.

“Rimproverare una nazione che ha saputo sfruttare, come gli USA, i benefici della globalizzazione grazie a un’elevata competitività sarebbe bizzarro” afferma Spahn sul WSJ. E poiché “nessuno ha interesse nel provocare una guerra commerciale” è necessario “sfruttare ogni chance per incoraggiare le nostre relazioni economiche e politiche”. Berlino chiama, ora vediamo se Trump risponde. E il resto d’Europa rimane a guardare.
Share:
Trending