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BCE

Inflazione USA, non ci dovrebbero essere sorprese negative a maggio

Gli esperti di Euromobiliare AM prevedono che in maggio prosegua il trend di rialzo graduale dell’inflazione USA, tale da sostenere la politica monetaria della Fed.

12 Giugno 2018 10:17

Oggi saranno resi noti i dati dell’inflazione USA e i valori dovrebbero risultare in linea con un trend di moderato rialzo. Valori che non dovrebbero pertanto spaventare i mercati come invece accadde a febbraio quando proprio i dati sull’aumento delle retribuzioni dei lavoratori (che sono tra i principali driver del carovita americano) fecero scattare vendite massicce nelle borse per i timori di un possibile balzo dell’inflazione.

INFLAZIONE USA CORE AL 2,2%


“Sul fronte dei prezzi al consumo USA, ci attendiamo che in maggio prosegua il trend di rialzo graduale con l’indice Headline (il paniere del costo della vita che include le componenti energia e beni di prima necessità, ndr) verso il 2,7% e quello core (che invece esclude energia e beni primari) intorno al 2,2%” fanno sapere gli esperti di Euromobiliare AM. Se così fosse, aggiungono i professionisti di Euromobiliare AM, la politica di graduale normalizzazione della Fed (ovvero di moderato rialzo dei tassi di interesse), riceverebbe un ulteriore sostegno.

DOMANI LA FED PORTERA’ I TASSI AL 2%


A questo proposito, domani si riunirà il FOMC (Federal Open Market Committee, l’organismo della banca centrale USA che governa le decisioni sui tassi di interesse USA, ndr) che, con ogni probabilità (dal momento che si tratta d una decisione incorporata dai tassi di mercato), dovrebbe aumentare di 25 punti base (+0,25%) i Fed Funds portandoli al 2%. “Di maggior interesse sarà la valutazione del consiglio direttivo su quanto la politica monetaria sia vicina a condizioni di neutralità, ovvero né espansive e nemmeno restrittive” puntualizzano però gli esperti di Euromobiliare AM.

PREVALE L’INCERTEZZA SUI MERCATI


Intanto, mentre continua a prevale sui mercati l’incertezza sulle politiche fiscali del nuovo Governo italiano (con lo spread decennale che staziona ben al di sopra dei 200 punti base), cresce l’attesa per la riunione di giovedi della Bce. Non tanto sul fronte dei tassi ufficiali (Draghi dovrebbe infatti confermare un orientamento ancora molto accomodante) quanto piuttosto sull’annuncio delle modalità di uscita dal programma di acquisto titoli.

APPROFONDIMENTO
L’Italia sotto la lente degli strategist

DUE ALTERNATIVE PER LA BCE


“Si prospettano due alternative: la prima è quella di una brusca interruzione con settembre, che rischia di mettere immediatamente pressione al rialzo sui rendimenti dei governativi. La seconda consisterebbe in un più graduale azzeramento con orizzonte fine 2018 -  inizio 2019” spiegano i professionisti di Euromobiliare AM.
Due alternative con conseguenze molto differenti sui mercati e in particolare per l’Italia.
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