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Idee di investimento – Obbligazioni – 29 maggio 2017

29 Maggio 2017 09:53
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“Relativamente alle economie emergenti si possono individuare tre elementi di supporto” rivela nell’articolo “Compra la correzione, il mantra dei mercati dal 2009” Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che poi aggiunge: “Innanzitutto, sono migliorati i fondamentali con molti paesi che hanno completato il riequilibrio dei conti. Poi il profilo rischio-rendimento e le valutazioni sono migliori rispetto alle economie sviluppate: una situazione agevolata sia dall’atteggiamento non eccessivamente aggressivo da parte della Federal Reserve in tema di rialzo dei tassi USA e sia per la riduzione delle minacce protezionistiche. Infine, ma non certo per importanza, dopo anni di flussi in uscita, i grandi investitori sono sottopesati e, probabilmente, pronti al rientro”.

Più in particolare, secondo gli esperti di Fidelity, le obbligazioni corporate dei Paesi emergenti, in valuta forte, sono un’asset interessante per qualità e duration. Per gli investitori che intendono rimanere nell’ambito del debito emergente in valuta locale e nel frattempo diversificare le fonti di duration, le obbligazioni indicizzate all’inflazione rappresentano un’opzione da valutare. Secondo gli esperti di Fidelity, è bene tenere d’occhio quei Paesi che, dopo aver subito una penalizzazione negli ultimi mesi, sono pronti a un recupero: “Messico e Turchia, ad esempio, hanno sostanzialmente sottoperformato il mercato nel suo complesso a causa di timori macroeconomici e geopolitici” spiegano nell’articolo “Debito emergente, un’idea per chi cerca rendimenti obbligazionari” gli analisti di Fidelity. Malgrado la volatilità in questi mercati resti elevata, le valutazioni sono oggi a sconto e potrebbero offrire sorprese positive nel prossimo futuro, in particolare per i gestori attivi capaci di selezionare in maniera fortemente flessibile i segmenti e le singole emissioni con il miglior potenziale futuro.

Il Messico è un osservato speciale anche di Enzo Puntillo, Responsabile delle strategie obbligazionarie di GAM. “Nei primi due mesi dell’anno abbiamo aumentato la nostra esposizione nei confronti del Messico, dopo le elezioni americane avevamo provveduto a una riduzione in attesa di sapere cosa sarebbe successo con la nuova amministrazione Trump” rivela nell’articolo “Debito emergente, le prime scelte sono Messico e India” Enzo Puntillo che, inoltre, segnala una modifica relativa all’esposizione nei confronti di alcune obbligazioni messicane in valuta forte (che hanno resistito molto bene durante la fase di correzione), a favore di obbligazioni in valuta locale. Di recente Enzo Puntillo, ha incrementato l’esposizione al peso messicano mentre in Brasile, prima dello scoppio del nuovo scandalo politico, ha investito nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione rispetto ai bond nominali, sulla scia di un’evidente diminuzione delle attese d’inflazione. In manager rivela infine di aver anche incrementato la sua fiducia nei confronti della valuta indiana.

In questo contesto, anche gli esperti di GSAM privilegiano le valute sottostimate dei mercati emergenti. La solida crescita globale, l’andamento stabile dei tassi di interesse statunitensi, il miglioramento dei mercati delle materie prime e il potenziale ridimensionamento delle prospettive inerenti alle proposte di Trump sul commercio dovrebbero agevolare la ripresa di alcune valute più volatili. “Coerentemente con la nostra aspettativa di maggiore inflazione e di politica monetaria più restrittiva negli Stati Uniti, riteniamo possibile un rialzo dei tassi statunitensi che porterà all’irripidimento delle curve di rendimento in tutti i principali mercati sviluppati e a una certa debolezza nei mercati dei mutui cartolarizzati da agenzie para-governative” hanno modo di specificare i manager di GSAM nell’articolo “Obbligazioni, la ricerca dell’equilibrio passa per le valute emergenti”.

Un altro segmento seguito dagli investitori professionali è quello dei Treasury inflation-protected securities (TIPS). Alessandro Aspesi, Country Head Italy di Columbia Threadneedle Investments, a proposito del nemico storico degli investitori obbligazionari (l’inflazione) nell’articolo “Strategie obbligazionarie, come tenere conto di ciascun fattore di rischio” afferma: “Anche in questo caso, però, alcune emissioni tengono conto dell’aumento dell’inflazione, come ad esempio i Treasury inflation-protected securities (TIPS) e permettono di proteggere i portafogli da questa tipologia di rischio”.

Infine, mentre le notizie politiche riguardanti potenziali scandali che coinvolgono il presidente americano e quello brasiliano non dovrebbero oscurare i solidi dati economici, gli esperti di Amundi restano positivi sulle obbligazioni societarie di qualità inferiore. “Restiamo comunque convinti, perlomeno in parte, che molti investitori considerino le obbligazioni high yield dei sostituti efficaci dei beni rifugio. Tenuto conto della buona tenuta dei fondamentali e delle politiche di sostegno delle banche centrali, manteniamo un’opinione favorevole riguardo al credito malgrado il calo delle valutazioni” puntualizzano nell’articolo “Mercati, tra scandali presidenziali e solidi dati economici” gli esperti di Amundi.
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