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Idee di investimento – Obbligazioni – 23 ottobre 2017

23 Ottobre 2017 09:18
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“I costi di copertura per gli investitori denominati in euro e yen sugli strumenti in USD sono schizzati su nuovi massimi, pari a circa il 2,1% (annualizzato) per l’euro e all’1,9% per lo yen” fa sapere, nell’articolo “Investitori obbligazionari alla prese con le diverse sfide poste dalle banche centrali”, il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, secondo il quale, tuttavia, questa situazione costituisce un’opportunità per i gestori attivi. Il team ritiene interessanti alcune specifiche obbligazioni societarie high yield, dal momento che i fondamentali aziendali bottom-up (ovvero relativi a singoli emittenti) rimangono su una traiettoria positiva. Sempre secondo il team, c’è ancora valore anche in determinati segmenti del mercato obbligazionario investment grade. “Al contempo, le divise e le obbligazioni in valuta locale dei Mercati Emergenti mantengono la loro attrattiva da un punto di vista delle valutazioni. Tuttavia preferiamo finanziare l’esposizione ai cambi mediante una combinazione di più divise e non ricorrendo esclusivamente al dollaro USA” puntualizza il team.

Che l’approccio obbligazionario svincolato dal benchmark e da altri vincoli (unconstrained) permetta di affrontare al meglio questa fase di rialzo dei tassi crescenti di mercato sembra guadagnare consensi. Per Ken Leech, Chief Investment Officer di Western Asset, il reddito fisso unconstrained è il più grande sviluppo dell’industria negli ultimi 10 anni ma, al contempo, è anche un’asset class il cui significato varia a seconda degli investitori. “Ritengo che la cosa più importante sia quella di determinare su quali titoli si desideri investire, con quale livello di volatilità, e, infine, come selezionare le fonti di rischio. Quindi non tutto è senza restrizioni: crediamo infatti che sia meglio definire nei particolari le caratteristiche del portafoglio, in modo tale che le nostre aspettative siano completamente allineate con quelle dei clienti”, puntualizza, nell’articolo “Portafogli unconstrained, non esiste un formato adatto a tutti gli investitori”, Ken Leech, il cui approccio consiste nell’essere completamente concentrato sul cliente. In pratica, Western Asset incoraggia ogni cliente a prendere in considerazione i seguenti interrogativi: quanti rischi sono disposto ad assumermi? Quali tipologie di titoli sono confortevoli? Dove sono le fonti di rischio e da dove aspettarmi il rendimento? Quanta volatilità è opportuno accettare? Le risposte a tutte queste considerazioni sono fondamentali per i clienti che hanno deciso di allontanarsi dalle strategie legate a benchmark tradizionali per abbracciare l’approccio unconstrained.

Tra le opzioni a disposizione degli investitori obbligazionari globali, quella nel renminbi cinese costituisce un capitolo sempre più importante. “Il renminbi cinese è stata la valuta asiatica con la migliore performance dell’anno e condivide alcune caratteristiche distintive delle valute tradizionalmente ritenute proprie dei ‘beni rifugio’, ma non sono convinta che abbia scalzato lo yen giapponese diventando la nuova valuta “rifugio” in Asia” sostiene, nell’articolo “Renminbi, il passaggio di testimone come valuta rifugio in Asia sembra temporaneo”, Celeste Tay, Analista senior del debito sovrano di Loomis, Sayles & Company (gruppo Natixis Global AM). Secondo l’analista, infatti, la recente forza del renminbi dipende più dai cambiamenti della politica monetaria della Banca centrale cinese (PBOC) piuttosto che dal fatto che gli investitori considerino la valuta un approdo sicuro in periodi di turbolenza. Il riferimento di Celeste Tay è alla nuova ‘variabile anticiclica’ introdotta nel mese di maggio dalla PBOC al fine di ridurre la volatilità di breve termine del renminbi rispetto al dollaro statunitense.

D’altra parte i fondamentali macro migliorati, le valutazioni più alte, la maggiore volatilità e le implicazioni politiche richiederanno uno sforzo maggiore per rendimenti alti nei mercati emergenti anche nel 2018. “Per soddisfare gli obiettivi di rendimento, gli investitori che puntano sui mercati emergenti dovrebbero modificare il focus del portafoglio, allontanandosi dal guadagno semplice tramite il beta (andamento direzionale del mercato) e puntando in modo più ampio sulle opportunità di catturare alpha (extra rendimento rispetto alla media di mercato)” specifica, nell’articolo “Mercati emergenti, come trovare rendimenti allettanti anche nel 2018”, Lupin Rahman, Responsabile del Credito Sovrano dei Mercati Emergenti di PIMCO, che poi aggiunge: “La maggior parte degli afflussi nei mercati emergenti è stata effettuata tramite investimenti di portafoglio piuttosto che investimenti esteri diretti e con ETF piuttosto che tramite fondi gestiti attivamente. Ciò suggerisce che alcuni investitori potrebbero essere animati dall’inseguire i rendimenti temporanei nei mercati emergenti piuttosto che investire a lungo termine”.

Infine gli esperti di Candriam, in vista della progressiva fine delle politiche monetarie accomodanti, vedono delinearsi opportunità per le strategie Absolute Performance. Come argomentato nell’articolo “Verso la fine delle politiche monetarie accomodanti, le sfide per gli investitori” secondo il Chief Investment Officier of Alternative Strategies di Candriam Investors Group, Fabrice Cuchet, nonostante i titoli di Stato non siano più sufficienti a rispondere alle nuove esigenze degli investitori, ecco però due buone notizie. La prima è che le fasi di aumento dei tassi sono storicamente state favorevoli alle performance della gestione Absolute Performance. La seconda è che un minore quantitative easing comporta potenzialmente una maggiore volatilità e una maggiore dispersione, e pertanto maggiori opportunità per le strategie di gestione attiva. Entrando nei particolari, il ritorno della dispersione delle perfomance sui mercati è positivo per le strategie come quelle ‘Long Short Equity’ ed ‘Equity Market Neutral’. Peraltro, un aumento dei tassi, dovrebbe tornare a favorire tali strategie, creando un ambiente meno favorevole al rifinanziamento delle società in difficoltà. In pratica, la progressiva cessazione delle politiche monetarie accomodanti rappresenta una sfida per gli investitori, ma costituisce al contempo una fonte di numerose opportunità per la gestione attiva e ‘di convinzione’, sulla base della gestione Absolute Performance.
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