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Idee di investimento – Obbligazioni – 14 agosto 2017

14 Agosto 2017 00:01
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Le alte valutazioni azionarie e il rischio di rialzo dei tassi per il mercato obbligazionario suggeriscono un aumento tattico della liquidità in portafoglio. Tra chi ha optato per un incremento della liquidità in portafoglio figura Thomas Herbert, Portfolio Manager di Ethenea che, nell’articolo “Portafoglio, perché aumentare adesso la quota di liquidità”, precisa: “Innanzitutto, negli ultimi mesi abbiamo ridotto la nostra allocazione in obbligazioni dal 55% circa a poco più del 40%. Gli ulteriori cali dei tassi di interesse e dei premi del rischio hanno reso le obbligazioni molto costose, e abbiamo deciso di prendere profitti su di esse”. Sul versante obbligazionario il manager aspetta livelli più convenienti perché preferisce non investire in obbligazioni con valutazioni poco attraenti e, peraltro, in un periodo illiquido come quello estivo. “Sulla base delle nostre aspettative di mercato, il peso della liquidità in portafoglio dovrebbe diminuire nuovamente in modo considerevole nei prossimi mesi” conclude Thomas Herbert.

Secondo Clifford Lau, CFA, Responsabile reddito fisso Asia di Columbia Threadneedle Investments, invece, non è necessario aspettare: diversificazione, valutazioni interessanti e un mercato dinamico rendono il reddito fisso asiatico attraente per gli investitori inclini all’obbligazionario. Un mercato che spesso si trova in una fase diversa del ciclo economico, politico e del credito rispetto ai mercati occidentali core. Che poggia su valutazioni interessanti (sia in termini assoluti che relativi) in grado di offrire reddito senza rischi eccessivi e caratterizzato da una elevata dinamicità che si apre a un numero crescente di nuovi investitori. “Riteniamo che i mercati del reddito fisso asiatico offrano ancora temi interessanti da esplorare, ad esempio in settori dinamici come la tecnologia, la salute e l’e-commerce in Cina o nell’ambito dell’orientamento ancora accomodante, seppur meno interventista, delle banche centrali della regione sui tassi d’interesse e le valute” spiega nell’articolo “Perché investire nel reddito fisso asiatico” Clifford Lau convinto che un approccio attivo e flessibile consentirà agli investitori di beneficiare di questi temi e delle svariate fonti di crescita dell’Asia.

Cambiando fronte, quello dei Treasury USA appare ancora piuttosto accidentato. Anche se il cambio Eur/USD rimarrà stabile è probabile che i tassi USA a medio e lungo termine salgano determinando perdite ai possessori dei Treasury. “La Federal Reserve ha alzato il tasso di riferimento, portando l’intervallo target a 1,00%-1,25%, il quarto rialzo effettuato nell’attuale ciclo di inasprimento. Ancora più importante è stata tuttavia la decisione della Fed di cominciare a ridurre il proprio bilancio nell’ultima parte di quest’anno” spiega, nell’articolo “Treasury USA, si profilano altri 12 mesi difficili per gli investitori”, Yves Longchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, secondo il quale le ripercussioni delle misure della Fed sui rendimenti dei Treasury dovrebbero risultare piuttosto contenute. La sostenibilità del debito, la crescita e l’inflazione incideranno sui rendimenti obbligazionari più del taglio del bilancio previsto dalla banca centrale statunitense. “In questo contesto, il rendimento dei Treasury decennali non dovrebbe superare il 3%, un livello storicamente basso che rappresenta tuttavia un netto aumento rispetto ai livelli attuali (2,2% circa)” sottolinea però Yves Longchamp.

Proprio i Treasury USA rappresentano una delle prime scelte per un portafoglio obbligazionario per David Hoag e Thomas Høgh, Gestori di portafogli di Capital Group, secondo i quali i cambiamenti di politica potrebbero rivelarsi più modesti dello scenario più ottimistico del mercato e richiedere più tempo per concretizzarsi. “Se a tutto questo si aggiunge la forte domanda di obbligazioni da parte degli investitori globali e nazionali, i redimenti potrebbero mantenersi in un intervallo relativamente basso” spiegano, nell’articolo “Obbligazioni, c’è del valore da scovare anche in un contesto di tassi in rialzo”, i due manager che indicano opportunità selettive anche nel debito dei paesi periferici della zona euro (in particolare il Portogallo) e le valute di Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria.

A proposito di valute, secondo il team di strategia globale azionaria di Credit Suisse, la fase di debolezza del biglietto verde dovrebbe proseguire con il fixing eur/usd che potrebbe attestarsi a quota 1,22 nei prossimi 12 mesi. Gli esperti di Credit Suisse, tuttavia, pensano probabile, a breve termine, un consolidamento dell’euro in quanto sembra essere iper-acquistato: gli speculatori sono in maggioranza rialzisti sulla moneta unica mentre le aspettative dei tassi degli Stati Uniti sembrano troppo caute. Per quanto riguarda le altre valute, secondo quanto si legge nell’articolo “Valute, le scelte giuste con il biglietto verde debole”, per i professionisti di Credit Suisse quelle dei paesi emergenti (renminbi cinese escluso) sembrano a buon mercato (quasi il 30% inferiori al loro valore stimato), con il ringgit malesiano e il rublo russo che appaiono particolarmente attraenti.

Una sottovalutazione, quella delle valute emergenti, che può essere catturata anche tramite l’investimento nel debito emergente in valuta locale. Come spiegato nell’articolo “Debito emergente in valuta locale, un’asset class con molte occasioni da cogliere”, per Francesc Balcells e Pramol Dhawan, emerging markets portfolio manager di PIMCO, sono sostanzialmente due i modi per trarre beneficio da questo investimento. In primis, l’aumento della complessità e della diversificazione di questa asset class porterà alla possibilità di investire in più paesi per cercare l’alfa (extra rendimento rispetto ai titoli di stato dei paesi occidentali core) del proprio investimento insieme a maggiori opportunità per il proprio portafoglio. In secondo luogo, l’inclusione (o esclusione) dall’indice creerà dei cambiamenti nelle dinamiche della domande e dell’offerta che, se ben interpretati, potranno diventare una fonte significativa di ritorni dei portafogli a gestione attiva.
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