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Idee di investimento – Obbligazioni – 13 gennaio 2017

13 Febbraio 2017 09:14
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I mercati emergenti non sono più un’unica asset class indistinta: nel 2017 saranno avvantaggiati i paesi dai solidi fondamentali come Indonesia, Russia, Brasile e Colombia. Per Jim Caron, Managing Director Team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management (MSIM) non tutti i paesi, infatti, hanno le stesse potenzialità. Secondo il manager, per esempio, un miglioramento delle ragioni di scambio dovrebbe avvantaggiare i Paesi esportatori di materie prime, come Perù, Sudafrica, Colombia, Cile e Russia. Ne consegue che, come argomenta Jim Caron nell’articolo “Mercati emergenti, i paesi sui quali puntare nel 2017”, all’interno delle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti, quelle delle nazioni esportatrici di commodity con tassi d’interessi elevati, ma anche con valute sottovalutate, dovrebbero offrire le maggiori opportunità di rendimento come, in particolare Indonesia, Russia, Brasile e Colombia.

Anche James Barrineau, Co-Head of Emerging Markets Debt Relative di Schroders condivide la tesi in base alla quest’anno le componenti del mercato obbligazionario emergente (governativo, societario, in valuta forte e in valuta locale) avranno andamenti e rendimenti diversi. “Quest’anno, ci aspettiamo decisamente più divergenza rispetto al 2016, guidata dalle politiche dei mercati sviluppati” fa sapere, nell’articolo “Obbligazioni emergenti, quest’anno si registreranno maggiori divergenze”, James Barrineau. Per esempio, secondo il manager, un biglietto verde più debole potrebbe innescare un rally considerevole a favore delle valute dei paesi in via di sviluppo. In tutti i casi, a prescindere dall’evoluzione del quadro macro economico mondiale, i fondamentali dei paesi emergenti continuano a migliorare al punto che non è improbabile che la loro crescita aggregata possa quasi doppiare quella dei mercati sviluppati. Inoltre, grazie alla debolezza valutaria degli ultimi anni, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo i deficit esterni sono abbastanza modesti mentre le riserve valutarie sono state ampiamente ricostituite nel corso del 2016.

Restando in ambito obbligazionario emergente, Luca Tobagi, CFA Investment Director di Invesco in Italia segnala mentre l’India che offre tassi elevati e una bassa correlazione con molte asset class. “Le obbligazioni societarie, sia investment grade e sia, soprattutto, high yield, offrono rendimenti più elevati e possono proteggere almeno in parte da rialzi dei tassi governativi ‘benigni’, cioè legati ad aspettative di miglioramento del ciclo e reflazione. In tal caso, come nel quarto trimestre 2016, la compressione degli spread (cioè la riduzione degli extra rendimenti) può compensare la salita dei rendimenti sovrani” specifica inoltre, nell’articolo “L’importante è costruire portafogli con asset class poco correlate fra loro”, Luca Tobagi che, nel segmento dei governativi, vede i Treasury USA offrire un rendimento interessante per gli investitori di area euro.

Il team European High Yield di Pictet Asset Management rivela nell’articolo “High yield Europa, fondamentali stabili ma in un contesto politico instabile” perché l’asset class high yield europea può rivelarsi una valida scelta di portafoglio per quest’anno: di norma il rendimento ha mostrato una scarsa correlazione negativa nelle fasi di aumento di tassi del mercato obbligazionario. Per quanto riguarda le scelte di portafoglio, per il team European High Yield di Pictet AM sono preferiti i titoli con rating B, rispetto a quelli con rating BB, e il segmento con scadenza tra 4 e 6 anni, rispetto alle emissioni a più lunga scadenza. A livello di settori, invece, il team predilige il tempo libero e il gioco, la salute, la finanza specializzata, gli operatori via cavo e l’alimentare mentre per i settori auto, costruzioni e trasporti prevale la cautela. Sotto l’aspetto puramente valutativo, il team European High Yield di Pictet AM apprezza i titoli societari ibridi e, più in generale, l’high yield della zona euro rispetto a quello del dollaro USA e della sterlina.

Sempre in tema di obbligazioni societarie, quelle asiatiche mostrano, rispetto alle omologhe americane ed europee, un ottimo mix in termini di rating, fondamentali, volatilità e duration. “L’Asia mostra fondamentali robusti e continua a crescere in un contesto globale, mentre i tassi di insolvenza dovrebbero restare moderatamente contenuti” sostiene nell’articolo “Obbligazioni societarie Asia, un’interessante asset class ancora tutta da scoprire” Lei Zhu, portfolio manager di Credit Suisse AM Singapore. “Inoltre, tramite il nostro approccio bottom up (ricerca basata sulla selezione dei settori e dei singoli emittenti di qualità), siamo in grado di intercettare le migliori occasioni di investimento” rivela Lei Zhu. Una gestione attiva, la sua e del suo team di Singapore, che, facendo leva sulla presenza ‘locale’, sfrutta le competenze e le conoscenze per arrivare prima degli altri investitori sulle più interessanti opportunità di mercato.

Gregoire Mivelaz e Anthony Smouha, Manager delle strategie GAM Star Credit Opportunities, infine, ritengono ancora interessanti per quest’anno le emissioni obbligazionarie junior e ibride, in particolare quelle di emittenti finanziari: dalle banche alle società di gestione del risparmio, dalle assicurazioni alle banche d’investimento. “Il nostro portafoglio evidenzia un rendimento del 6% e siamo convinti che questo ‘cuscinetto’ di rendimento sia nelle condizioni di assorbire un restringimento più aggressivo dei tassi, mentre per le obbligazioni a tasso variabile ogni aumento dei tassi rappresenterà una fonte di beneficio, ponendosi come strumento di hedging” spiegano nell’articolo “Portafogli obbligazionari, come gestire con successo il periodo di transizione” Gregoire Mivelaz e Anthony Smouha il cui mix di portafoglio, ripartito in parti uguali tra strumenti a tasso fisso e strumenti a tasso variabile, dovrebbe permettere di sostenere anche un sostanzioso aumento dei rendimenti del Treasury a 10 anni fino al 3% (mentre attualmente oscilla intorno al 2,5%).
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