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Idee di investimento – Obbligazioni – 09 aprile 2018

Gli esperti di Ethenea, Schroders e JPMorgan AM suggeriscono come continuare a sfruttare le opportunità del mercato obbligazionario. Focus sul debito emergente.

9 Aprile 2018 09:12
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OBBLIGAZIONI E TASSI BASSI


Sono cinque gli aspetti da tenere in considerazione per conservare i benefici delle obbligazioni in un contesto caratterizzato da tassi di interesse bassi secondo un’analisi di ETHENEA spiegata nell’articolo “Se le obbligazioni non temono i bassi tassi di interesse: 5 aspetti cruciali”. Innanzitutto le obbligazioni restano necessarie nell’ambito di una strategia multi-asset. Inoltre è necessaria una gestione disciplinata e attiva, e la sensibilità ai tassi. È indispensabile essere selettivi: è necessario guardare da vicino ciò che si sta acquistando, non soltanto presso gli emittenti, ma anche per quanto riguarda la valutazione delle singole obbligazioni. Un altro aspetto di rilievo è la valuta nella quale sono espressi: le obbligazioni in valuta estera offrono talvolta un rendimento più interessante rispetto alle obbligazioni in euro e potrebbe pertanto valere la pena di aggiungerle al portafoglio ma è importante tener conto dei costi della copertura valutaria. A proposito di costi, l’ultimo aspetto, ma non certo per importanza, da tenere sotto controllo riguarda i costi diretti e indiretti di negoziazione a causa dei diversi prezzi di acquisto e di vendita.

LE TRE MOSSE GIUSTE


Secondo Johanna Kyrklund, Global Head of Multi-Asset Investments di Schroders, è invece possibile affrontare un mercato obbligazionario rialzista (nei tassi e ribassista nei prezzi dei titoli) ormai maturo con tre semplici mosse che possono essere sintetizzate così: non essere avidi, diversificare, avere una exit strategy. “Per mantenere un’esposizione finanziaria prudente in portafoglio, potrebbe essere opportuno distribuire il rischio tra diverse fonti di rendimento. In concreto, abbiamo diversificato i nostri portafogli con esposizioni alternative, come per esempio approcci relative value (cioè strategie che puntano sui potenziali di apprezzamento relativo tra un investimento ed un altro) e strategie valutarie” fa sapere, nell’articolo “Tre mosse per mettere in sicurezza i propri investimenti”, Johanna Kyrklund che reputa indispensabile disporre di una exit strategy nel caso in cui il clima (sui mercati finanziari) cambi bruscamente. “È cruciale identificare gli indicatori da tenere sotto stretta osservazione per capire quando cambiare direzione. Nel nostro caso, siamo focalizzati sugli indicatori ciclici, che segnalano ancora un quadro benevolo” sottolinea Johanna Kyrklund pronta però a implementare una strategia difensiva nel caso in cui si materializzasse un passaggio a quella che lei definisce ‘una fase di rallentamento del ciclo’.

ATTENZIONE AI FALSI MITI OBBLIGAZIONARI


Sempre in tema di obbligazioni, Nick Gartside di JP Morgan, nell’articolo “Obbligazioni: inflazione, emergenti, rendimenti e altri miti da sfatare”, individua 5 falsi miti ed esorta gli investitori ad essere più selettivi e puntare a generare plusvalenze senza perdere capitale. Il manager reputa, per esempio, che l’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo, mentre le preoccupazioni politiche potrebbero risultare sovrastimate. Al tempo stesso non ritiene che le obbligazioni societarie siano eccessivamente care e suggerisce di non considerare i mercati emergenti tutti uguali.
“La dispersione tra i mercati emergenti non è mai stata più grande – come evidenziato dai rendimenti e dai tassi d’interesse” puntualizza Nick Gartside che attualmente favorisce i paesi con rendimenti reali (al netto dell’inflazione) elevati e un ulteriore margine di compressione, come l’Indonesia e la Russia.  Infine, il quinto e, per certi versi, più insidioso dei miti obbligazionari: la convinzione che ancora oggi il reddito fisso sia garanzia di rendimento. “In questo contesto gli investitori dovranno essere più selettivi se vorranno guadagnare. Dovranno cioè generare plusvalenze ed evitare perdite di capitale, per produrre reddito” avverte il manager.

DEBITO EMERGENTE IN VALUTA LOCALE


A proposito di obbligazioni emergenti quelle in valuta locale dovrebbero registrare performance superiori ai corporate bond investment grade. Ne sono convinti gli esperti di Credit Suisse che, come spiegano nell’articolo “Obbligazioni, come sfruttare al meglio il debito emergente in valuta locale”, mantengono una view positiva sui bond dei mercati emergenti in valuta locale e si aspettano che questa asset class sia in grado di generare performance superiori rispetto ai corporate bond investment grade, dove rimangono cauti alla luce di un possibile deterioramento dei fondamentali. Sono sostanzialmente tre i fattori di supporto all’asset class secondo i professionisti di Credit Suisse. Per prima cosa, il loro tasso di crescita dovrebbe mantenersi migliore rispetto a quello dei mercati sviluppati. In secondo luogo, come conseguenza del primo, le valute dei paesi in via di sviluppo dovrebbero rafforzarsi. Infine, i rendimenti reali (al netto cioè dell’inflazione) dei mercati emergenti mantengono valutazioni relativamente attraenti. Certo, puntualizzano gli esperti di Credit Suisse, i bond emergenti in valuta locale non sono immuni dai rischi globali e sono specifici per singoli paese.

COME SFRUTTARE LA DISPERSIONE DI RENDIMENTO


GAM, invece, sposa un approccio che tende a sfruttare la dispersione di rendimento tra le emissioni in valuta forte e quelle in valuta locale. Il problema è che risulta piuttosto difficile (se non, addirittura, impossibile) individuare per tempo la divergenza dei rendimenti tra debito in valuta forte e in valuta locale al livello di singolo Paese. “Ma è proprio questo che noi proviamo a fare e riteniamo fermamente che il saper sfruttare tale dispersione sia uno dei punti di forza del nostro processo di investimento” fa sapere, nell’articolo “Debito emergente, sfruttare la dispersione tra valuta forte e valuta locale”, Enzo Puntillo, responsabile obbligazionario per i mercati emergenti di GAM, che ricorda come le divergenze di performance tra le due tipologie di emissioni siano frequenti: l’anno scorso il debito della Turchia in valuta locale ha perso in media l’1% mentre quello in valuta forte è salito del 12%. Alla base dell’approccio di investimento sul debito emergente di GAM c’è la scelta di concentrarsi sui singoli paesi basandosi su tre pilasti: essere unconstrained, selettivi e dinamici. L’approccio unconstrained (senza di vincoli) permette di evitare il pericolo di appiattirsi sull’indice e risultare eccessivamente concentrati su uno specifico paese o regione mentre l’universo dei mercati emergenti dimostra essere eterogeneo. L’obiettivo, infatti, consiste nel superare un indice di riferimento personalizzato composto dai due indici JP Morgan, uno in valuta forte e l’altro in divisa locale.
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