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Idee di investimento – Obbligazioni – 05 settembre 2016

5 Settembre 2016 09:21
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Mark Kiesel, CIO per il credito globale di PIMCO, sostiene che, nell’attuale contesto e alle valutazioni correnti, gli investitori farebbero bene a valutare l’opportunità di investire nel credito (obbligazioni societarie) di alta qualità, caratterizzato da emissioni con rendimenti superiori a quelli dei titoli di stato. Secondo Mark Kiesel, come spiega nell’articolo “Obbligazioni societarie: focus su fondamentali, fattori tecnici e valutazioni”, un portafoglio ben assortito potrebbe generare una performance del 3-6% nell’arco del prossimo anno: un rendimento obbligazionario complessivo, insomma, intorno al 5%, particolarmente appetibile alla luce dei benefici che se ne ricaverebbero in termini di diversificazione rispetto all’investimento in azioni. Non solo, per gli investitori con una più sostenuta tolleranza al rischio, il potenziale di guadagno potrebbe spingersi al 5-7%, sfruttando le obbligazioni societarie dei mercati emergenti.

Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, nell’articolo “La chiave del successo è la gestione del rischio”, sostiene invece che alcune posizioni diffuse nei portafogli si stiano avvicinando a livelli estremi e, di conseguenza, intravede importanti segnali di rischio a breve termine. Queste posizioni possono essere vulnerabili ad uno shock di mercato o ad un aumento della volatilità, soprattutto se combinato con una alta valutazione: è pertanto importante gestire questo rischio adottando una rigorosa selezione. “Sosteniamo la riduzione delle posizioni maggiormente acquistate dove i prezzi si sono spostati al di là dei fondamentali (un esempio sono i ‘proxy obbligazionari’ come le azioni dei servizi di utilità)” spiega Richard Turnill che, tuttavia, ritiene che sovrappesi in segmenti affollati dagli investitori con i fondamentali di supporto e con le valutazioni non eccessive (come il debito dei paesi emergenti e il credito degli Stati Uniti) siano ancora da prendere in considerazione.

Altre raccomandazioni ancora, in ambito obbligazionario, giungono poi da Mihir P. Worah, Chief Investment Officer Asset Allocation e Real Return di PIMCO, e Geraldine Sundstrom, Managing Director Gestore Asset al location di PIMCO, che, pur accettando un posizionamento di portafoglio leggermente propenso al rischio, preferiscono assumere un profilo di rischio inferiore alla norma a fronte dell’eccessivo ottimismo dei mercati. Come delineato nell’articolo “Portafogli, dove puntare per guadagnare nell’ultima parte del 2016”, in ambito obbligazionario la prima scelta è rappresentata dagli MBS (Mortgage Backed Securities, i titoli garantiti da ipoteche su immobili) non-agency offrono ottimi rendimenti corretti per il rischio. I REIT (i fondi immobiliari quotati) sono un’altra asset class interessante in un contesto di tassi più bassi più a lungo mentre i TIPS (Treasury Inflation-Protected Securities, i titoli del Tesoro legati all’inflazione americana) sono i titoli più validi per sostituire i titoli di Stato difensivi di alta qualità.

Sempre in tema di selezione di titoli strutturati e particolari, gli Asset-backed securities sono, per Laurence Kubli e Matthias Wildhaber, portfolio managers di GAM, interessanti rispetto alle obbligazioni tradizionali nel contesto attuale e beneficiano di cedole a tassi variabili. Per i due manager, come hanno modo di argomentare nell’articolo “Mercati obbligazionari, ecco le opportunità nello scenario post Brexit”, gli Abs europei, proprio in virtù delle cedole con tassi variabili, proteggono gli investitori dal rischio dei tassi e dal rischio di duration (scadenza media dei titoli in portafoglio). La Brexit, sempre secondo i due manager, ha inoltre creato interessanti opportunità nei segmenti CLO (Collateralized Loan Obligations) e Commercial Mortgage-Backed securities.

D’altra parte, gli acquisti della Banca centrale europea sulle obbligazioni societarie di più alta qualità continuerà a sostenere direttamente e indirettamente l’intero indotto obbligazionario europeo. Nell’articolo “Fed e BCE, cosa fare dopo le loro ultime decisioni” gli esperti di Amundi ricordano che la BCE, nelle prime tre settimane di agosto, ha acquistato corporate bond per 4,6 miliardi di euro ed aumentato il numero delle nuove obbligazioni: sono state inserite 13 nuove obbligazioni nel portafoglio della Banca Centrale Europea e il numero totale delle obbligazioni coinvolte dal Corporate Sector Purchase Programme (CSPP) di acquisti della BCE si è attestato a poco meno di 540 titoli. Ne deriva che, nonostante alcuni rallentamenti del programma CSPP, le obbligazioni societarie europee continuano a essere sostenute dalla politica della BCE.

Proprio questo trend che alimenta la caccia al rendimento nel segmento obbligazionario europeo sta sostenendo la richiesta di emettere un BTP a 50 anni. Nell’articolo “BTP a 50 anni, vantaggi e punti critici di un’emissione invocata dal mercato”, Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, inquadra il contesto e spiega come l’emissione dei BTP a 50 anni potrebbe agevolare uno degli obiettivi primari del Tesoro (l’allungamento della vita media del debito pubblico) e offrire un nuovo strumento target per il programma di acquisti mensili di titoli di stato da parte della BCE.

In attesa di verificare se e quando il Tesoro italiano deciderà sull’emissione del Btp a 50 anni, Yves Longchamp, CFA, Head of Research ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, nell’articolo “I tre potenziali sintomi della fine del QE che distorce i prezzi delle asset class” si interroga su come, eventualmente, scoprire in anticipo la fine del Quantitavie Easing della BCE. In ogni caso, per Yves Longchamp, sebbene non si ravvisino al momento l’insorgere di alcuno dei sintomi che possa preludere alla fine del QE, un modo per proteggersi da questa eventualità sarebbe quello di investire nell’oro, un’alternativa alla liquidità il cui costo è aumentato considerevolmente con l’introduzione dei tassi negativi, nonché un’attività che non è sotto il controllo diretto delle istituzioni.
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