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Idee di investimento – Azioni – 16 gennaio 2017

16 Gennaio 2017 09:20
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“Alla luce delle incertezze politiche e degli utili societari tuttora deludenti, non stupisce che gli investitori internazionali siano sottopesati in Europa e nell’eurozona in particolare. Tuttavia il pessimismo dilagante potrebbe essere un segnale di acquisto, perché le attese depresse risultano adesso facili da superare” afferma nell’articolo “L’eurozona potrebbe rivelarsi la sorpresa di quest’anno” Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, secondo il quale il differenziale di profitti europei rispetto a Wall Street dovrebbe restringersi quest’anno. “Una ripresa su questo fronte potrebbe essere imminente, in virtù anche del ritorno dell’inflazione, dell’accelerazione della crescita economica mondiale e del rimbalzo della redditività di settori gravemente colpiti, come le banche ed il settore energetico” fa sapere Christophe Bernard, secondo il quale un ulteriore contributo positivo dovrebbe arrivare anche dall’euro (indebolitosi rispetto al dollaro) e della politica estremamente accomodante della BCE (lo strategist non prevede un rialzo del tasso guida, rispetto all’attuale livello di zero, prima di metà 2019). Tradotto in pratica, l’insieme di tutte queste componenti, dovrebbe consentire un periodo di due-tre anni di crescita a due cifre dei profitti aziendali.

Per Yves Maillot, Head of European Equities di Natixis Asset Management, tutto dipenderà dalla durata del rimbalzo messo in atto dai titoli ciclici e dai bancari che hanno recuperato rapidamente parte del loro sconto a discapito dei titoli difensivi alla luce del fatto che mentre la ripresa dell’economia americana sembra scontata, quella europea resta ancora tutta da verificare. Precisato questo, Yves Maillot nell’articolo “Azionario Europa, gli impatti della vittoria di Trump”, delinea due strategie per il 2017. Nel breve termine sembra opportuno seguire il movimento verso i bancari mentre nella seconda parte dell’anno potrà rendersi necessario un ritorno sui difensivi in quanto la ripresa della crescita sarà più limitata nel Vecchio Continente. “Un settore interessante è quello dei petroliferi che beneficiano di una combinazione di prezzi del greggio più stabili, di una diminuzione della spesa per nuove estrazioni e di un aumento dei flussi di cassa” specifica Yves Maillot secondo il quale, infine, le small e mid cap europee risultano più attraenti dei titoli large cap in quanto mostrano una migliore dinamica nella crescita dei profitti.

Cambiando area geografica, il Giappone, pur tra alcuni distinguo e precisazioni, presenta tratti interessanti. Non mancano certo i rischi che possono intralciare la crescita del Giappone ma, nel breve periodo, sembrano prevalere gli aspetti positivi per l’economia e le aziende. Potrebbe materializzarsi il rischio di un rimbalzo dello yen, oppure le implicazioni di un rallentamento della crescita in Cina, o, ancora, un improbabile cambiamento nella politica monetaria della Bank of Japan (BoJ). Resta il fatto che per Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, per ora prevalgono le opportunità per le esportazioni giapponesi e, di riflesso, anche per le aziende del Sol Levante. È quanto emerge dall’articolo “Giappone, perché adesso il bicchiere è mezzo pieno”, nel quale lo strategist analizza lo stato dell’economia giapponese giungendo alla conclusione che le stime sui profitti giapponesi sono destinate ad aumentare. Le variazioni delle stime di crescita degli utili per i prossimi 12 mesi (alla luce dei profitti pubblicati nell’ultimo trimestre) sono vicine al picco degli ultimi due anni. D’altra parte, i relativamente bassi margini di profitto aziendali del Giappone, implicano che un incremento dei ricavi può avere un impatto significativo sui margini e profitti aziendali futuri.

A livello settoriale, infine, si segnalano l’healthcare e il megatrend della digital communication. Dopo un 2016 con luci e ombre, il settore farmaceutico potrebbe offrire interessanti opportunità agli investitori grazie ai buoni fondamentali ancora sottovalutati. Ecco perché l’healthcare è un settore che dovrebbe riservare interessanti opportunità anche agli investitori, soprattutto a quelli che opteranno per un buon fondo globale specializzato a gestione attiva. “È probabile che gli investitori rimasti alla finestra tornino sul settore, visto che il tema d’investimento sul settore sanitario resta molto convincente, soprattutto dopo l’elezione di Trump” sottolinea nell’articolo “Farmaceutica, per gli investitori il 2017 può essere un buon anno” Christophe Eggmann, Responsabile dell’azionario settore healthcare di GAM che pii aggiunge: “In termini di valutazioni, è ancora possibile posizionarsi ai multipli più bassi di sempre, sia sulle operazioni del settore sanitario (al maggior sconto degli ultimi cinque anni) sia sui titoli biotecnologici”. Per il manager, se è vero che ora gli investitori tendono a sottovalutare i fondamentali del settore, è altrettanto vero che l’aumento delle attività di M&A, in combinazione con un flusso di notizie positivo riguardo allo sviluppo dei prodotti e a un ridimensionamento delle aspettative per il 2017, potrebbero riportare l’attenzione degli investitori sul settore sanitario.

Nel frattempo, nella maggior parte dei settori un numero sempre maggiore di attività si sta digitalizzando. E mentre la penetrazione di smartphone nei paesi avanzati risulta piuttosto elevata, nei mercati in via di sviluppo c’è ancora un forte potenziale di crescita. “Attualmente meno della metà della popolazione mondiale ha accesso a Internet: un gap che tenderà rapidamente a restringersi nel corso dei prossimi cinque anni” fa sapere nell’articolo “Come trarre vantaggio da un mondo sempre più digitalizzato” Sylvie Sejournet, gestore di [tooltip-fondi codice_isin="LU0340555134"]Pictet-Digital[/tooltip-fondi], il fondo specializzato proprio nel megatrend della transizione verso un modo sempre più digitalizzato. La manager è convinta che i fattori che negli ultimi due anni sono riusciti ad alimentare le performance del comparto non solo restino integri ma, anzi, si sono rafforzati “Nella maggior parte dei settori, la crescita delle attività in rete sarà 3-4 volte superiore rispetto a quella delle attività tradizionali” specifica Sylvie Sejournet.
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