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Idee di Investimento – Obbligazioni – 05 ottobre 2015

5 Ottobre 2015 09:44
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Una gestione che si pone come principali obiettivi quelli di massimizzare i rendimenti governando attivamente la volatilità del portafoglio, garantendo la preservazione del capitale in mercati volatili e, al contempo, la partecipazione alla crescita dei mercati, senza tuttavia disdegnare di generare valore da intuizioni tattiche sui mercati globali. Sono i tratti distintivi del [tooltip-fondi codice_isin="lu0694238501"]Global Balanced Risk Control (GBaR) fund[/tooltip-fondi], gestito da Andrew Harmstone, che si contraddistingue soprattutto per un approccio di gestione globale flessibile a rischio controllato. Un approccio disciplinato che, come ha avuto modo di spiegare lo stesso gestore nell’articolo “Multi asset, la generazione di valore a rischio controllato”, rende il fondo GBaR particolarmente idoneo ad affrontare questo difficile contesto di mercato. Una gestione dinamica dei diversi attivi di portafoglio che rende l’esposizione netta al mercato obbligazionario e a quello azionario globale (cioè la differenza tra l’esposizione lorda tramite fondi a gestione attiva di Morgan Stanley IM e future short- ribassisti su indici e settori) molto flessibile in funzione delle diverse condizioni e opportunità di mercato: al 31 agosto scorso, per esempio, l’esposizione netta azionaria del GBaR fund era pari al 12%, quella obbligazionari al 59% e il restante 29% era in liquidità.

Flessibilità e diversificazione sono due tra le armi più efficaci a disposizione dei risparmiatori per affrontare questi mercati sempre più complessi da decifrare. Affiora tuttavia una nuova esigenza: quella di garantirsi una vera decorrelazione in portafoglio. Il problema è che da un lato le analisi del passato sulle correlazioni tra le diverse asset class si dimostrano lacunose e, in molti casi, prive di validità nello scenario attuale, mentre dall’altro gli strumenti che offrono decorrelazione sono piuttosto complessi da maneggiare e, se non utilizzati in modo corretto, possono portare a risultati opposti a quelli per i quali sono stati acquistati. La costruzione di un portafoglio finanziario decorrelato ai mercati è un esercizio estremamente complesso e solo un team di gestione con i più elevati standard qualitativi è in grado oggi di allestire. Come il team del fondo [tooltip-fondi codice_isin="lu1004132566"]Global Targeted Returns (GTR)[/tooltip-fondi] che dal lancio (avvenuto il 18 dicembre 2013) ha dimostrato di avere un motore interno svincolato dal mercato. Un esempio pratico, segnalato nell’articolo “Garantirsi decorrelazione in portafoglio” di come il fondo sia decorrelato è quello accaduto in occasione della correzione di agosto 2015. Nel mese che si è dimostrato essere tra i più turbolenti degli ultimi anni, l’indice Msci world ha perso il -7,92%, l’indice dei fondi bilanciati il -3,73%, quello dei flessibili il -1,77% e quello degli obbligazionari il -0,99%: il fondo Invesco GTR ha invece guadagnato lo 0,17%. Anche in questa circostanza, la volatilità del fondo è stata superiore a quella dei fondi obbligazionari, allineata a quella dei fondi flessibili ma ben al di sotto di quella dei fondi bilanciati e, soprattutto, rispetto alla volatilità dell’Msci world index TR. In virtù di questa decorrelazione dimostrata effettivamente sul campo, soprattutto nelle fasi di maggiore avversione al rischio dei mercati, il fondo Global Targeted Returns si candida ad essere un tassello indispensabile per garantire un’ampia diversificazione in qualsiasi giardinetto finanziario ben assortito per gli obiettivi di medio lungo termine.

Per coloro che, invece, volessero intercettare qualche opportunità di investimento obbligazionaria, le occasioni sembrano annidarsi soprattutto nell’ambito dei titoli di stato periferici europei, e nei bond societari, sia corporate bond investment grade che, soprattutto, high yield. “La nostra allocazione ai Titoli di Stato euro continua ad essere caratterizzata da un sovrappeso delle emissioni dei Paesi periferici, che tuttavia è stato ridotto a inizio estate” precisano nell’articolo “Obbligazioni, perché preferire debito periferico e credito” gli esperti della Divisione Fixed Income di Natixis Asset Management che evidenziano anche una view sostanzialmente positiva su credito. “Confermiamo la nostra view positiva sui titoli societari, alla luce della solidità dei fondamentali nell’Area Euro, delle valutazioni interessanti e delle politiche monetarie fortemente accomodanti” spiegano gli esperti della Divisione che, a seguito alla correzione di questa estate, ritengono che il mercato offra oggi un interessante punto di entrata proprio nel mercato obbligazionario high yield.

Proprio i bond high yield europei sono ritenuti particolarmente interessanti da Philippe Berthelot, Responsabile della gestione Credito di Natixis Asset Management. “Le valutazioni nel mercato high yield europeo appaiono interessanti se confrontate con altre asset class in Europa, specialmente i titoli investment grade o del debito pubblico, i quali offrono attualmente rendimenti molto inferiori con duration più elevate. Credo anche che le valutazioni siano più interessanti rispetto al mercato azionario europeo. Infine, nelle prime fasi di uno scenario di tassi in aumento, i titoli high yield europei sono ben posizionati con una correlazione negativa coi tassi di interesse, un importante «cuscino» grazie all’extra rendimento (spread cushion) ed una duration (scadenza media) inferiore rispetto ad altre aree del mercato del reddito fisso” spiega nell’articolo “Credito, le migliori opportunità sono nell’high yield europeo” il gestore secondo il quale mentre il mercato high-yield statunitense si trova a uno stadio piuttosto avanzato nell’ambito del ciclo economico, il mercato europeo è soltanto all’inizio della fase di ripresa.

Anche gli esperti di PIMCO, come hanno avuto modo di argomentare nell’articolo “Mercato obbligazionario, dove trovare ancora extra rendimento”, l’attuale scenario, che vede una crescita positiva e livelli d’inflazione relativamente contenuti, abbinato ad una prosecuzione del QE, rimane favorevole agli spread nella periferia dell’Europa. “Per quanto riguarda il settore corporate, vediamo opportunità nell´intero spettro creditizio globale. Rimaniamo inoltre ottimisti sul dollaro USA, per via della divergenza delle dinamiche e delle politiche economiche in un periodo in cui l’economia statunitense fa registrare una brillante performance e la Fed è destinata ad avviare un rialzo dei tassi, mentre si attende un continuo allentamento monetario al di fuori degli Stati Uniti” hanno puntualizzato i professionisti di PIMCO.
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