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Idee di investimento – Azioni – 14 maggio 2018

La volatilità esalta il valore aggiunto della gestione attiva che spinge a ricercare valore per esempio nel settore dell’energia e in specifici mercati come la Borsa di Mosca.

14 Maggio 2018 09:34
financialounge -  azioni idee di investimento mercati azionari

“È ormai chiaro che alcune asset class, a partire dalle obbligazioni, non svolgono più il ruolo di un tempo all’interno dei portafogli di investimento” ha spiegato, nell’articolo “La volatilità? Una buona notizia per i gestori veramente attivi”, Antonio Bottillo, Managing Director di Natixis Investment Managers. Da qui la necessità di rivedere i portafogli, o almeno di guardarli sotto una luce diversa: “Ne abbiamo parlato molto duranti i nostri incontri – ha proseguito Bottillo – ed è ormai chiaro che c’è sempre meno valore nel beta (rendimento che segue l’andamento di un indice, ndr), il mercato si è spostato abbandonando i trend. Il ritorno della volatilità è una buona notizia per i gestori veramente attivi. E nel nostro gruppo abbiamo oltre 20 società che fanno esclusivamente gestione attiva, facendo scelte convinte sulla base di ricerche e incontri diretti con le aziende”.

STRATEGIE FLESSIBILI E MULTI ASSET


Intanto l’aumento dei prezzi delle commodity ha attirato l’attenzione degli investitori. Materie prime più care significano prezzi più alti dei beni finali e, dunque, la possibile accelerazione della Federal Reserve nel riportare a normalità le condizioni monetarie.“L’aumento delle materie prime preoccupa anche per l’erosione dei margini di profitto delle società che i prezzi di borsa registrano puntualmente” commenta, nell’articolo “La variabile determinante resta l’inflazione. Anche se il Treasury supera il 3%”, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR. Il manager reputa che la variabile determinante resti l’inflazione e ribadisce che le indicazioni di investimento di GAM rimangono inva riate. “Alla direzionalità del rischio azionario, ancora preferito in termini relativi, affianchiamo il significativo sottopeso dei titoli governativi, più vulnerabili, e la presenza di strategie flessibili e multi-asset class, più versatili” conclude Carlo Benetti.

PETROLIO IN TENSIONE


Tra le tipologie di investimento incluse nelle strategie multi asset le materie prime svolgono un ruolo primario e tra queste il petrolio è in prima fila. L’attenzione è puntata adesso sugli effetti sul mercato del greggio delle sanzioni annunciate dagli USA nei confronti dell’Iran. A tale proposito, secondo Ned Salter, Head of Research, Europe, di Fidelity International è utile guardare al prezzo spot del petrolio: “A seguito dell’annuncio di Trump, mercoledì 9 maggio il greggio Brent è salito di un dollaro, attestandosi così sui 77 dollari al barile; nelle ultime 4 settimane il prezzo del Brent ha registrato invece un aumento nell’ordine dei 10 dollari al barile dato che, in previsione dell’evento, la maggior parte degli operatori specializzati nel settore aveva già dato quasi per scontato il ritiro statunitense. Le sanzioni favoriranno in ultima analisi le quotazioni petrolifere” specifica nell’articolo “Iran-USA, petrolio più caro con le sanzioni” Ned Salter.

MEGLIO PUNTARE SULLE AZIONI ENERGETICHE


“Per gli investitori che cercano un’esposizione al petrolio, consigliamo di investire nei titoli energetici rispetto sia agli strumenti legati al petrolio e sia al debito legato all’energia. Quest’anno i prezzi del petrolio sono andati ben oltre le quotazioni delle azioni del settore energia ma questa tendenza sembra aver cambiato rotta ultimamente” afferma, nell’articolo “Petrolio, meglio puntare sulle azioni del settore che sul greggio”, Richard Turnill, Global Chief Investment Strategist di BlackRock che cita un fattore a sostegno delle imprese energetiche: la loro attenzione alla disciplina del capitale, evidente nei risultati degli utili del primo trimestre. “La maggior parte delle società energetiche ha previsto un budget ipotizzando le quotazioni del greggio intorno a 50 dollari al barile nel 2018, con questa prospettiva conservatrice riflessa nei prezzi attuali delle azioni. Ciò indica un rialzo delle valutazioni nel caso in cui i livelli attuali dei prezzi del petrolio siano mantenuti nel tempo. Nelle azioni energetiche ci piacciono le società di esplorazione e produzione e le società intermedie. Vediamo anche alcune opportunità nei settori energia dei mercati emergenti” conclude Richard Turnill.

AZIONI RUSSIA, CONVENIENZA E RISCHI


Infine, sempre in ottica di selezione, anche nei mercati emergenti si può trovare valore sapendo però a quali rischi si va incontro. Anche perchè i mercati emergenti non sono affatto tutti uguali. Per esempio, mentre l’Argentina soffre per un’inflazione alle stelle (30%), la Russia, pur esposta alle sanzioni internazionali, vanta fondamentali economici di tutto rispetto. Le prospettive economiche di Mosca sono adesso positive, sostenute da una politica monetaria espansiva, da un commercio globale solido e dall’aumento del prezzo del petrolio. Un contesto che però è messo in discussione dall’ultimo ciclo di sanzioni annunciato dall’amministrazione Trump. Per quanto riguarda il mercato azionario, gli esperti di Amundi, come spiegano nell’articolo “Mercati emergenti, Argentina e Russia confermano che non sono tutti uguali”, mantengono una posizione costruttiva sebbene non si possano ancora escludere ulteriori implicazioni negative derivanti dall’allargamento, nell’elenco delle sanzioni, a ulteriori nuove aziende o manager. “Il mercato azionario russo appare piuttosto conveniente. Tuttavia siamo persuasi che la rigorosa selezione delle società e dei settori meno esposti ad eventuali interruzioni della filiera produttiva e più al riparo da potenziali sanzioni future sia l’approccio migliore, soprattutto in questa fase” fanno sapere i professionisti di Amundi.
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