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Grandi marchi, ora l’obiettivo è offrire un lusso su misura

Il settore del lusso e dei grandi marchi internazionali (i cosiddetti premium brands) restano un interessante segmento di investimento ma la selezione è cruciale.

12 Dicembre 2017 09:44
financialounge -  lusso Pictet Pictet Premium Brands premium brand

Dall’inizio dell’anno il segmento dei beni di lusso è stato uno di quelli che ha dato le maggiori soddisfazioni agli investitori. Infatti, mentre l’indice dei fondi azionari globali internazionali non è andato oltre il +5,5% in euro, con i migliori fondi di categoria posizionati tra il +10% e il +14%, i migliori fondi azionari specializzati sul settore lusso e sui grandi marchi internazionali (i cosiddetti premium brands) hanno registrato performance anche superiori al 20%.

Un settore dove però le differenze tra un titolo e un altro sono state molto ampie in termini di performance, sia tra le large cap che tra le mid e small cap. Per esempio mentre il colosso LVMH (oltre 125 miliardi di capitalizzazione di borsa) ha guadagnato oltre il 37% da inizio anno, l’italiana Luxottica (25 miliardi di capitalizzazione) nello stesso periodo è praticamente invariata (-0,10%).

Oppure, mentre Salvatore Ferragamo segna un modesto rialzo dal primo gennaio ad oggi (+1,79%), Brunello Cucinelli può vantare uno strepitoso +33,3%. I produttori di beni di lusso, i fornitori di servizi e tutte le società dell’universo premium brands sono consapevoli di doversi adattare al nuovo trend dettato dalla crescente disponibilità a spendere per ristoranti, viaggi e festeggiamenti.

“In parte ciò significa offrire un lusso su misura, qualcosa che l’era digitale facilita rendendo più semplice offrire beni e servizi su misura ai clienti, attraverso social network o realizzando prototipi e prodotti velocemente e direttamente nel punto vendita che diventa una ‘mini fabbrica’: le abitudini d’acquisto stanno, infatti, diventando sempre più experience-oriented” spiegano gli esperti di Pictet Asset Management, la società di gestione del comparto [tooltip-fondi codice_isin=" LU0217138725"]Pictet Premium Brands.[/tooltip-fondi]

Secondo loro, emergono motivi di ottimismo sia a livello macro economico che micro economico. In primis, il turismo sta riconquistando vigore, soprattutto in Europa e Asia, con un aumento dei consumi cinesi, sia localmente che in viaggio.

Inoltre i brand hanno iniziato a muoversi in modo deciso verso il mondo digitale e stanno iniziando a registrare risultati solidi (come nel caso, per esempio, di LVMH, Gucci, Coach).

Le ragioni di ottimismo a livello più specificatamente settoriali e aziendali riguardano invece la crescita dei ricavi almeno del 5% abbinata ad un incremento dell’utile per azione di poco inferiore al 20%.

Inoltre affiora l’espansione dei margini grazie alla combinazione di un buon livello di leva operativa e consistenti flussi di cassa. Il tutto mentre le stime degli utili sono state riviste ancora al rialzo e l’attività di M&A (fusioni ed acquisizioni) e il rendimento per gli azionisti attraverso riacquisti e dividendi supporta le quotazioni del settore.
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