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Rialzo tassi da parte della Fed, rischio sottostimato dal mercato

I rialzi dei tassi americani da parte della Fed potrebbero essere tre quest’anno mentre il mercato continua a stimarne solo due: ecco le possibili implicazioni.

27 Febbraio 2017 10:18
financialounge -  Federal Reserve mercati azionari tassi di interesse USA

Nelle ultime settimane sta riemergendo una preoccupazione tra gli analisti finanziari: la convinzione che il mercato possa sottovalutare, in modo grossolano, il rischio di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve americana.

A mano a mano che l'output gap (il differenziale tra crescita economica potenziale e crescita effettiva) si chiude, la Fed è costretta a normalizzare la politica monetaria. Per esempio, mentre il consensus del mercato propende ancora per soli due rialzi della Fed per quest’anno, la mediana dei famosi puntini della Fed (come emerge dalle ultime minute del FOMC, Federal Open Market Committee, l'organismo della Federal Reserve incaricato di decidere sui tassi di interesse USA) indica invece tre rialzi.

Non solo. Lo scenario base potrebbe registrare un ulteriore miglioramento dell’economia tale da rendere ancora più impellente un aumento dei tassi da parte della Fed. In ogni caso, tenendo conto che la situazione più probabile sia quella che vede la Fed normalizzare i tassi in modo più veloce nel 2018 e nel 2019, l’ipotesi di tre rialzi quest’anno non è da scartare.

Un’ipotesi che, tuttavia, dovrebbe avere un impatto maggiore sui tassi dei titoli in dollari USA a 3 anni (+80 punti base) rispetto ai tassi dei Treasury decennali (meno di 20 punti base). Cosa fare? Se le cose stessero così, vorrebbe dire che i rendimenti dei titoli di stato statunitensi hanno già raggiunto il loro picco (o quasi) e, di conseguenza, potrebbe valere la pena acquistare quelli a lungo termine come diversificazione del portafoglio obbligazionario.

Inoltre, è possibile che i prossimi dati macro economici della zona euro confermino l’accelerazione della crescita europea registrata negli ultimi mesi del 2016 e a gennaio di quest’anno costringendo la Bce ad assumere una politica monetaria meno espansiva. Secondo alcuni analisti del mercato valutario, in questo contesto, non sarebbe da escludere un graduale rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro con il fixing eur/ usd che potrebbe salire dall’attuale 1,06 fino all’1,13 entro fine anno.
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