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Fiducia degli investitori, marzo fa registrare una crescita globale

Dopo la contrazione di febbraio, la fiducia degli investitori istituzionali è risalita a marzo: la spinta maggiore viene dal Nord America.

3 Aprile 2018 10:13
financialounge -  Asia Europa fiducia investitori USA

A febbraio l’impennata della volatilità sui mercati azionari aveva minato la fiducia degli investitori in Europa, spaventati da uno scenario fortemente avverso al rischio rispetto a quello delineato nel mese di gennaio (che faceva seguito ad un poco movimentato 2017). Ma a marzo la fiducia degli investitori è tornata a crescere in tutto il mondo, Europa inclusa. A certificarlo è lo State Street Investor Confidence Index (ICI) che nel mese di marzo è salito fino a 111,9 punti, con una crescita di 4,8 punti rispetto ai 107,1 del mese precedente.

L’INDICE CHE MISURA LA PROPENSIONE AL RISCHIO


L’indice, che misura l’inclinazione al rischio degli investitori istituzionali, è aumentato in tutte le diverse aree geografiche: l’ICI in Nord America, in particolare, si è attestato a 109,8 punti, (5,8 punti in più rispetto al dato di febbraio) mentre quello europeo si è posizionato a 102,1 punti (1,6 punti in più rispetto al mese precedente) e l’ICI Asia ha fissato il valore a 109,6 punti (registrando un incremento di 1,3 punti rispetto al dato di febbraio).

FIDUCIA SOPRA LA MEDIA IN TUTTO IL MONDO


È importante rilevare che i dati di marzo segnalano una prevalenza della propensione al rischio in tutte le regioni mondiali. L’ICI index, infatti, per valori sopra i 100 punti indica una inclinazione da parte degli investitori ad assumere esposizioni verso le asset class più rischio e viceversa per valori dell’ICI index inferiori ai 100 punti. Precisato questo, gli addetti ai lavori si sono affrettati a segnalare i potenziali rischi che potrebbero far sentire i propri effetti già dalla prossima rilevazione nel mese di aprile.

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LE MINE VAGANTI


In primis, l’aumento delle posizioni protezionistiche e dei timori legati a una eventuale guerra commerciale potrebbe influire negativamente sulla fiducia. In secondo luogo, sarà interessante verificare se e quali impatti potranno avere sul sentiment degli investitori sia le decisioni della Federal Reserve americana in tema di politica monetaria (leggi aumento di tassi di interesse) e sia il recente stress del mercato monetario (evidenziato dall’incremento degli spread US LIBOR-OIS ai livelli del 2008-2009): due fattori che in passato hanno dimostrato di avere implicazioni non affatto secondarie sulle scelte di portafoglio degli istituzionali.

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