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Corporate bond Europa, banche meglio delle assicurazioni

24 Febbraio 2016 09:39
financialounge -  corporate bond Europa Fondi obbligazionari Pictet politica monetaria settore assicurativo settore bancario settore energetico
Meno 3,5 per cento. A tanto ammonta la perdita media dei sottoscrittoi di fondi obbligazionari corporate bond investment grade (IG) negli ultimi 12 mesi. Un trend che ha visto una leggera accelerazioni nel nuovo anno: dal primo gennaio allo scorso 18 febbraio la perdita media dei fondi di categoria si è infatti attestata al -1,3%. Si tratta di cali che, sebbene debbano essere contestualizzati in un quadro generale non favorevole al credito europeo, evidenziano un trend tuttavia peggiore della media del mercato obbligazionario: l’indice generale dei fondi obbligazionari segna infatti un -1,2% da inizio anno e un -1,9% negli ultimi 12 mesi.

Però, nonostante questo momentaneo appannamento, il debito societario europeo mantiene il suo status sottostante di riserva di valore, garantendo stabilità a lungo termine nei periodi di incertezza. Oltretutto, le condizioni macroeconomiche restano tutto sommato favorevoli per gli investitori nelle obbligazioni europee. In primis, il calo dei prezzi dell’energia tiene a freno l’inflazione, aumentando il valore in termini reali delle obbligazioni, mentre i livelli del debito societario nell’eurozona si sono stabilizzati dopo la crisi finanziaria del 2008-2009. In parallelo le politiche di allentamento monetario stanno avendo un impatto sulla crescita europea promuovendo, sebbene in modo ancora graduale, gli investimenti e le richieste di prestiti da parte di famiglie e imprese. Inoltre Mario Draghi, ha rassicurato che questa la politica monetaria ultraespansiva della BCE continuerà, accennando a ulteriori interventi di stimolo nel corso del 2016 se la crescita rimarrà fiacca.

“Questo scenario favorirà alcuni settori nell’ambito della classe di attività obbligazioni investment grade europee. Attualmente il nostro maggiore sovrappeso è nelle banche che, dopo la crisi finanziaria del 2008, si sono sottoposte a un lungo processo di rafforzamento del loro bilancio riducendo l’esposizione verso l’indebitamento, tramite il cosiddetto «deleveraging» “ fanno sapere gli esperti di Pictet Asset management secondo i quali gli istituti di credito hanno dovuto rafforzarsi a livello patrimoniale anche a seguito dell’introduzione di norme regolamentari più onerose per il settore.

Il problema è che la fase di adeguamento alla nuova realtà si sta rivelando dolorosa nel breve termine ma la ricaduta positiva è che questa evoluzione positiva ha permesso di costituire un cuscinetto di protezione per gli obbligazionisti: inoltre le banche sono ora in buona forma e meno esposte al rischio.

“Gli utili delle banche sono divenuti meno volatili e pertanto il processo ha già dimostrato di essere positivo per i detentori del debito bancario. Altre aree del settore finanziario sono meno attraenti” puntualizzano i professionisti di Pictet Asset management che, al contrario, restano infatti prudenti nei confronti delle società di assicurazione, che stanno incontrando crescenti difficoltà da quando i tassi di rendimento delle obbligazioni sono passati in territorio negativo: un contesto difficile e in peggioramento a seguito della determinazione della BCE a mantenere una politica accomodante per ancora molto tempo.
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