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BTP, lo spread rimarrà più alto anche rispetto al Portogallo

In settimana lo spread, il differenziale di rendimento dei BTP, si è allargato non soltanto rispetto ai titoli governativi della Germania, ma anche rispetto a quelli del Portogallo.

21 Maggio 2018 09:36
financialounge -  BTP italia Luca Beldi portogallo spread titoli di stato Vontobel

La settimana scorsa il BTP decennale scadenza 1/2/2028 (codice ISIN: IT0005323032) ha registrato un rialzo del tasso di rendimento di 32 punti base (+0,32%), salendo dall’1,89% al 2,20%. In parallelo, il suo prezzo (che si muove in direzione opposta all’andamento del rendimento) ha accusato una perdita del -2,51%.

IL CONTO DA PAGARE PER IL NUOVO GOVERNO


È il conto che è stato pagato dai titoli di stato italiani per la possibile formazione di un nuovo governo a guida Cinquestelle – Lega. Il programma in 40 pagine, anche nella versione più ammorbidita (rispetto alla prima stesura che prevedeva una ridiscussione sull’euro e un azzeramento dei titoli governativi italiani detenuti dalla BCE), ha suscitato disorientamento tra gli investitori che hanno chiesto un rendimento più alto per continuare a detenere i titoli di un paese il cui rapporto debito /PIL è superiore al 130%.

LO SPREAD SI È ALLARGATO ANCHE CON IL PORTOGALLO


II risultato è stato un ulteriore allargamento dello spread non soltanto rispetto ai titoli di Berlino (spintosi a quota 165) ma anche quello rispetto ai governativi spagnoli (arrivato a 78 punti base, ovvero lo 0,78% in più) e, persino, rispetto a quelli di Lisbona (35 punti base). “Ci aspettiamo che l'Italia continui a negoziare un premio con il Portogallo anche se l'attuale differenziale di circa 35 punti base sui 10 anni si ridurrà probabilmente non appena le parti si renderanno conto che non saranno in grado di realizzare nessuna delle proposte” ha commentato Luca Beldi, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel) che reputa eccessivo il crollo delle azioni di Piazza Affari (-2,9% nell’ultima settimana) e delle obbligazioni italiane.

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UN PROGETTO POCO REALISTICO


Il manager considera infatti l’accordo M5S e Lega non tanto un progetto realistico quanto piuttosto una forma di campagna elettorale. “L’accordo prevede misure che il nuovo governo vorrebbe implementare, alcune delle quali possono essere considerate di estrema sinistra e alcune più vicine all'estrema destra” puntualizza Luca Beldi. Il manager, dopo aver ripercorso alcuni dei temi che riguardano i mercati, si è concentrato in particolare su tre di essi. In primis la proposta per escludere le obbligazioni detenute dalla BCE dal calcolo delle soglie debito/PIL stabilite dall'Unione europea che difficilmente troverà accoglimento a Bruxelles. In secondo luogo l’idea di istituire una ‘banca di sviluppo’ che, di fatto, già esiste (la Cassa Depositi e Prestiti) che tuttavia in passato ha dimostrato di essere utilizzata per finanziare più obiettivi politici che investimenti nella direzione dell'efficienza economica.

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MISURE PER 70 MILIARDI


La flat tax con due aliquote (15% e 20%), un aumento delle indennità di disoccupazione e una revisione dell'attuale regime pensionistico nazionale potrebbero, nel loro insieme, finire per costare 70 miliardi di euro all'anno finanziati principalmente dal deficit. “Siamo persuasi che nessuna di queste misure possa sopravvivere all'impatto con la realtà. Il governo non è ancora nato e, al momento, la priorità delle parti è mostrare ai propri elettori che si stanno battendo per una buona causa” conclude Luca Beldi.
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