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Borsa, questo recupero appare non supportato dai fondamentali

27 Luglio 2016 11:23
financialounge -  banche centrali borsa Columbia Threadneedle Investments Mark Burgess mercati azionari

Gli indici di Borsa potrebbero, per Mark Burgess di Columbia Threadneedle, aver esaurito la spinta per mancanza di validi fattori di supporto.


 

Dalla primavera del 2015, quando le Borse europee hanno registrato i massimi dal crac della Lehman Brothers (settembre 2008), si può constatare che i listini sono molto instabili.
Infatti è sufficiente un evento imprevisto anche di media entità a scatenare reazioni esagerate sui mercati: è successo nell’agosto 2015, quando Pechino, a sorpresa, decise di svalutare il renminbi; è capitato a inizio anno, quando si temeva che la Cina stesse rallentando vistosamente; si è ripetuto dopo l’esito del referendum britannico del 23 giugno che ha visto affermarsi la Brexit.

Ma, in tutte queste situazioni, dopo una reazione violenta iniziale dei mercati, si è potuto notare un ritorno alla calma e un graduale recupero di buona parte delle perdite.
Si tratta di un fenomeno dovuto alla congiuntura straordinaria, nella quale gli interventi delle banche centrali di fatto governano le tendenze dei mercati.

Le banche centrali, infatti, a fronte di interventi monetari senza precedenti, hanno fatto crollare a zero, e in molti casi addirittura sottozero, i rendimenti dei titoli core con la percezione che tali rendimenti potrebbero diminuire ulteriormente: ciò costringe gli investitori a ricercare rendimento ovunque riescano a trovarlo, il che contribuisce a sostenere gli asset rischiosi.
Basti pensare, per fare un esempio, che le azioni rendono (in termini di dividend yield, ovvero di dividendo per azione) circa il quadruplo degli attuali rendimenti dei titoli di stato inglesi: non c'è da stupirsi, dunque, che gli investitori alla ricerca di un rendimento nominale rivolgano l'attenzione agli asset rischiosi.

“Questo rally, tuttavia, appare ingiustificato e non supportato dai fondamentali” sostiene Mark Burgess, Chief Investment Officer EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, che poi aggiunge: “Nel processo di separazione dalla UE, l'economia britannica andrà incontro nei prossimi anni a numerosi ostacoli, che freneranno verosimilmente l'attività economica nel Regno Unito e indeboliranno i profitti delle aziende nazionali. A un certo punto, inoltre, bisognerà contemplare le possibili ricadute sull'economia globale del risultato delle elezioni statunitensi, mentre nell'Unione europea potrebbero ancora registrarsi dissapori e conflitti. Siamo inoltre consci dell'onere debitorio globale e della capacità inutilizzata presente nell'economia mondiale, e particolarmente consapevoli dei livelli allarmanti dei prestiti in sofferenza nel sistema bancario italiano, nonché dei tentativi di ribilanciamento economico in atto in Cina”.

In questo contesto di rischi globali crescenti, che secondo Mark Burgess non sembra certo favorevole a un andamento positivo delle azioni, Columbia Threadneedle ha deciso di riportare a livello neutrale l'esposizione azionaria dei propri portafogli di asset allocation, dopo aver privilegiato l'asset class per oltre cinque anni.
“Nello specifico, abbiamo ridotto da sovraponderata a neutrale l'esposizione in Europa (Regno Unito escluso), Regno Unito e Asia (Giappone escluso). Al contrario, abbiamo incrementato da neutrale a sovrappesata l’esposizione negli Stati Uniti e nei mercati emergenti, due aree che appaiono più lontane dall'occhio del ciclone: manteniamo inoltre un modesto sovrappeso sul Giappone” rivela infine Mark Burgess
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