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Bitcoin: speculazione o moneta del futuro? Cosa dicono le banche centrali

Dal divieto dell'India all'apertura della Cina, passando per la sicurezza della Fed e per i... tulipani della Banca d'Italia.

18 Dicembre 2017 00:01
financialounge -  banche centrali BCE bitcoin criptovalute

Curiosità, paura, voglia di provarci: le reazioni delle banche centrali del mondo di fronte all’ascesa del bitcoin sono variegate. Bloomberg ha raccolto commenti e dichiarazioni di alcuni governatori: un giro del mondo utile a capire qual è l’atteggiamento della finanza “ufficiale” di fronte alle criptovalute.

Jerome Powell, governatore in pectore della Federal Reserve, ha cercato (finora con successo) di restare alla larga dai commenti sul bitcoin dichiarando solo che si tratta di un fenomeno “non abbastanza rilevante”. Tuttavia, un altro importante esponente della Fed, Randal Quarles, ha dichiarato che la banca centrale americana dovrebbe cominciare a pensare a un regolamento sui bitcoin.

Molto più chiara la posizione della Banca centrale europea. Il vice presidente Victor Constancio, lo scorso settembre, ha detto che il bitcoin non è una moneta “ma un tulipano”, con riferimento alla bolla speculativa più famosa della storia. Benoit Coeuré, un altro membro del board della BCE, ha collegato la criptovaluta a concetti come “crimine” e “evasione fiscale” mentre Mario Draghi ha semplicemente dichiarato che le valute digitali hanno un impatto limitato sull’economia e non rappresentano una minaccia per le banche centrali.

Di altro tenore l’atteggiamento della banca centrale cinese, secondo la quale “i tempi sono maturi” per abbracciare la tecnologia blockchain. Ma come in altri campi, anche qui la Cina potrebbe estendere il controllo governativo al di sopra dei privati, visto che pochi mesi fa le transazioni in bitcoin e simili sono state vietate. In Giappone prevale la cautela, visto che il governatore della Bank of Japan Kuroda, pur non avendo piani di sviluppo nell’immediato, ritiene che sia importante approfondire la conoscenza delle criptovalute.

La Germania è uno dei paesi più affezionati ai pagamenti cash. Di conseguenza non sorprende la diffidenza verso il bitcoin della Bundesbank: “Sembrano più un giocattolo per speculare che una forma di pagamento”, ha sentenziato il membro del board Carl-Ludwig Thiele. Ma da buoni tedeschi, hanno comunque deciso di studiare l’applicazione della tecnologia blockchain nei pagamenti. Non si sa mai…

Più aperti gli inglesi. Il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha parlato delle criptovalute come di una potenziale rivoluzione nel mondo della finanza. Una rivoluzione che permetterebbe alle banche centrali di migliorare il controllo sui pagamenti e la protezione dai cyber attacchi. Questo, invece, il commento del governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau: “Serve grande cautela verso i bitcoin perché dietro non c’è una banca centrale a fare da garante. Nella storia tutti gli esempi di valute indipendenti sono finiti male”. Magari non particolarmente arguto, ma sicuramente incontestabile.

Se la Corea del Sud ritiene i bitcoin una minaccia per l’integrità morale dei giovani e in India chi usa criptovalute può finire in carcere, il Brasile sembra essere più aperto: “Non vediamo rischi immediati” è il commento del Banco Central do Brasil. Bank of Canada, in maniera molto pragmatica, considera i bitcoin non una valuta “ma un asset” sostenuto da una tecnologia che potrebbe comunque migliorare il sistema finanziario.

Elvira Nabiullina, numero uno della banca centrale russa, ha dichiarato di non avere intenzione di “legalizzare uno schema piramidale” e di essere “totalmente contrari alle monete alternative, sia fisiche che virtuali”.

E l’Italia? “Non vorrei essere nei panni di chi scriverà le norme” ha dichiarato il mese scorso Fabio Panetta, vice direttore generale della Banca d’Italia. “Personalmente non vedo la forza intrinseca di questi strumenti – ha proseguito - vi sono casi nella storia di mercati che hanno innescato crisi di fiducia in valute nazionali che hanno dietro la forza dello Stato”. Lo stesso Panetta, sempre in occasione dell’audizione al Senato, aveva sottolineato la similitudine tra “il grafico con la dinamica del valore del bitcoin e l'evoluzione prezzo dei tulipani in Olanda di qualche secolo fa, vediamo se avrà la stessa evoluzione".
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