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Banche italiane, il settore è ancora sottovalutato nonostante il recente rally

Negli ultimi mesi il settore bancario italiano ha mostrato segnali di recupero in borsa ma nonostante il rally i dati fondamentali del settore restano attraenti.

27 Gennaio 2017 10:02
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Il settore bancario italiano ha mostrato negli ultimi tempi una perfomance brillante, riuscendo a fare molto meglio della media di Piazza Affari. Se dal primo gennaio 2016 al 30 giugno l’indice delle banche quotate sul listino azionario italiano aveva registrato una perdita del -53,5% contro il -24,3% dell’indice FTSE MIB, dal primo luglio a oggi le tendenze si sono nettamente invertite con l’indice del settore bancario che ha fato segnare un +34,4% e il FTSE MIB che si è fermato al +18,8%.

Da fine novembre 2016 a oggi, le banche di Piazza Affari hanno battuto la media di mercato con un rendimento del +21,8% (contro il +13,7% del FTSE MIB). Tuttavia, nonostante questo corposo rally di Borsa, il settore non sembrerebbe affatto sopravvalutato. Anzi, secondo gli analisti di Credit Suisse, le banche italiane continuano a mostrare valutazioni contenute.

Attualmente le azioni degli istituti di credito del nostro paese quotate in Borsa sono scambiate a circa lo 0,57 del rapporto prezzo/patrimonio netto 2017 (con un 35% di sconto rispetto ai concorrenti di settore europei), dallo 0,46 di fine novembre (quando lo sconto ammontava al 40%).

Secondo gli esperti della banca d’affari svizzera la performance del settore bancario italiano è supportato da almeno tre fattori. In primis un potenziale miglioramento dello scenario politico. In secondo luogo dal varo del fondo pubblico da 20 miliardi per soccorrere le banche in difficoltà. In terzo luogo dalla tendenza alla riduzione dei crediti deteriorati (NPL, non performing loan).

Secondo gli analisti di Credit Suisse le elezioni politiche in Italia, che si dovrebbero svolgere con una nuova legge elettorale caratterizzata da una maggiore inclinazione al sistema proporzionale, dovrebbero aumentare le probabilità di vedere alla luce un governo di coalizione e, in parallelo, ridurre le possibilità di affermazione dei partiti euroscettici.

Inoltre se da un lato l’introduzione del fondo di salvataggio da 20 miliardi per le banche riduce il rischio sistemico del settore e gli ultimi dati dell’ABI confermano la tendenza alla stabilizzazione degli NPL, dall’altro gli istituti di credito si stanno muovendo per affrontare attivamente il problema.
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