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Azionario Europa, il ritardo rispetto a Wall Street ora può essere colmato

Negli ultimi 10 anni l’S&P500 di Wall Street ha registrato una performance del 60% superiore allo Stoxx 600 europeo: sembrano esserci le condizioni per un recupero.

3 Maggio 2017 10:39
financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Europa Eurozona Maya Bhandari mercati azionari Toby Nangle Wall Street

Dall’aprile 2007 a oggi, ovvero negli ultimi 10 anni, la differenza di performance tra l’indice S&P500 di Wall Street e l’indice Stoxx 600 delle borse europee è stata di 60 punti percentuali. Il divario si è ampliato in modo significativo dal luglio 2011, da quando cioè è scoppiata la crisi del debito sovrano della zona euro: da allora, infatti, mentre l’S&P 500 ha messo a segno un rialzo del +80,5%, lo Stoxx 600 è salito soltanto del +41,8%.

Ma adesso, forse, questo gap potrebbe essere destinato a chiudersi o, perlomeno, a restringersi. Innanzitutto i profitti delle corporation USA, che sono cresciuti di più di quelli delle imprese europee, risultano essere in anticipo di 4-5 anni: esistono cioè le condizioni in base alle quali il ritmo di aumento dei profitti aziendali europei sia d’ora in avanti maggiore a quello delle società americane. Poi in base al rapporto prezzo/patrimonio netto (p/bv), il mercato azionario europeo risulta molto più conveniente di quello americano anche rispetto alle medie di lungo periodo.

L’inflazione in Europa sta tornando a salire e gli utili, delle società cicliche e industriali, potrebbero beneficiarne in modo sensibile. Infine, il rischio politico che tanto ha pesato sulle scelte degli investitori internazionali negli ultimi 12-18 mesi, sta lentamente diminuendo: se al ballottaggio Macron vincesse potrebbero delinearsi le condizioni affinchè molti investitori tornino a esporsi sull’azionario europeo come hanno fatto, per esempio, Toby Nangle, Responsabile Multi-Asset EMEA e Maya Bhandari, Gestore di portafoglio Multi-Asset di Columbia Threadneedle Investments.

“Alla luce della crescente incorporazione del rischio politico, del calo delle valutazioni e della dinamica degli utili positiva in Europa, abbiamo incrementato l'esposizione alle azioni europee: restiamo tuttavia convinti che un calendario elettorale senza incidenti ripagherà gli investitori che scommetteranno sulle azioni europee”.

Secondo i due manager sono emersi diversi fattori di supporto a questa loro scelta di portafoglio. Innanzitutto l'azionario europeo ha registrato il miglior trimestre per gli utili dal 2006. In secondo luogo l'area euro è cresciuta più velocemente rispetto agli Stati Uniti nel 2016: inoltre emerge un cospicuo output gap (differenziale tra crescita effettiva e crescita potenziale) da colmare e, a cascata, una importante possibilità di espansione dei margini in un contesto di reflazione.

“Ad ogni modo monitoreremo con attenzione i fattori chiave capaci di avvicinare o allontanare la fiducia nei confronti delle azioni globali nei mesi a venire” tengono comunque a precisare Toby Nangle e Maya Bhandari.
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