Agricoltura e Borse, una correlazione inversa

Negli ultimi anni, trovare un investimento davvero alternativo ai mercati finanziari, siano essi azionari oppure obbligazionari, è diventato sempre più difficile.

L’andamento, al rialzo o al ribasso, di indici di Borse, titoli a reddito fisso, materie prime industriali, metalli preziosi e immobili è stato quasi sempre piuttosto parallelo: è quello che chiamano effetto correlazione.

C’è però un’asset class che ha dimostrato di avere un andamento piuttosto decorrelato alla Borsa. Si tratta delle commodity agricole che, anzi, evidenziano una correlazione spesso inversa agli indici azionari, cioè salgono quando questi ultimi scendono e viceversa.

Prendendo in considerazione il paniere Dow Jones Ubscitr agricolture total return (DJubs Agri Tr), che riflette un basket composito di contratti future su caffè, mais, cotone, semi di soya, zucchero e frumento, e l’indice S&P500 di Wall Street si scopre infatti che negli ultimi anni, quando il primo ha avuto un movimento al rialzo l’S&P500 ha ripiegato e viceversa.

Nel 2009, per esempio, nei primi 4 mesi, il DJubs Agri Tr index perse il 12% mentre l’S&P500 guadagnò il 10%: a fine anno, invece, mentre il primo segnava +35,7% il secondo si era fermato a +15,1%. Nel 2011, invece, ad agosto, nel pieno della tempesta scatenata dalla crisi del debito sovrano della zona euro, l’S&P500 perdeva il 10% da inizio anno mentre il DJubs Agri Tr index era in attivo del 2,1%: a fine anno, invece, mente l’S&p500 chiudeva a +3% il DJubs Agri Tr accusava un calo del 14,4%.

L’anno scorso, il DJubs Agri Tr era arrivato a perdere oltre il 5% a giugno contro il +6% dell’S&P500: da allora in poche settimane rimbalzò del 30% a fronte di una sostanziale stabilità dell’S&P500. Dall’inizio di quest’anno, infine, l’S&P500 segna un +7,1% contro il -1,1% dell’ DJubs Agri Tr.