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Analyst Survey 2016

Analyst Survey 2016, il ruolo dei consumi centrale per la crescita

4 Maggio 2016 10:06
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Nel 2016 i consumi dovrebbero assumere un ruolo sempre più centrale per la crescita, favorendo il processo di innovazione, in particolare nei settori della sanità e della tecnologia.

È questa una delle principali evidenze che emerge dall’annuale Analyst Survey realizzata da Fidelity International che ogni anno coinvolge i propri analisti del comparto azionario e di quello obbligazionario corporate ai quali chiede informazioni sui fondamentali delle società: dati interni riservati, elaborando i quali si cercano di individuare, nella loro fase iniziale, i cambiamenti nelle società e, quindi, nuove tendenze e opportunità di investimento.

A questo proposito, gli analisti di Fidelity, che sono piuttosto scettici circa le prospettive relative ai settori della “old economy” (come, per esempio, l’energia, le materie prime e i beni industriali), rimangono, invece, ottimisti rispetto ai settori della “new economy” che sono sostenuti da tre temi principali: i consumi, l’innovazione e l’evoluzione dei servizi finanziari. L’Analyst Survey 2016 evidenzia, in particolare, l’elevata importanza dell’innovazione in un contesto di crescita bassa.

Il settore che mostra il maggiore impatto diretto delle tecnologie innovative è indubbiamente l’informatica. Le nuove tecnologie stanno, infatti, rivoluzionando lo scenario a una velocità senza precedenti, rimodellando le fonti di reddito in numerosi settori e creando interessanti opportunità. Tuttavia, il fenomeno non interessa soltanto chi sviluppa ma anche chi fornisce le infrastrutture collegate alle tecnologie, così come non va dimenticato che, pur creando nuove opportunità, l’innovazione tecnologica è anche fonte di cambiamenti radicali: per ogni prodotto nuovo lanciato sul mercato ce ne possono essere altri che diventano obsoleti. Queste profonde differenze settoriali portano a una divergenza anche in ambito geografico.

Secondo gli analisti di Fidelity il ciclo economico di Europa e Stati Uniti sta giungendo a maturazione, ma non è ancora nella fase conclusiva. I fondamentali societari resteranno simili a quelli rilevati lo scorso anno con un probabile leggero miglioramento per l’Europa. In Giappone il costante, seppur lento, progresso della corporate governance promosso dal terzo pilastro del programma “Abenomics” si sta ormai integrando alla perfezione, portando gli attesi miglioramenti nei principali indicatori aziendali. Diversi mercati emergenti si trovano, invece, a dover affrontare sfide che richiedono di adottare prudenza.

Il risultato finale dell’Analyst Survey 2016 è una view sulle regioni e sui settori ottenuta però attraverso un approccio bottom-up. Fidelity mira infatti ad offrire agli investitori soluzioni adatte a soddisfare i loro specifici obiettivi di investimento come la crescita del capitale, l’ottenimento di flussi di reddito o la stabilità del portafoglio, privilegiando una gestione prudente e quanto più efficiente degli investimenti. Obiettivi che possono essere raggiunti solo grazie al prezioso supporto della ricerca proprietaria di un team globale che può contare su circa 400 professionisti degli investimenti che operano da varie sedi in tutto il mondo. Una struttura globale e capillare al tempo stesso che consente di effettuare, nell’Analyst Survey, oltre 17.000 incontri all’anno dei gestori e degli analisti di Fidelity con il management delle società, con i clienti, con i fornitori e con i concorrenti di ciascuna azienda. Con un unico obiettivo: comprendere più a fondo le prospettive future di ogni singolo titolo per individuare dove trovare la crescita.
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