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Grandi compagnie petrolifere, il richiamo dell’energia pulita

Le più grandi compagnie petrolifere del mondo stanno accelerando le operazioni di acquisizione di società attive nell’energia rinnovabile

13 Novembre 2017 09:27
financialounge -  Etica Sgr petrolio settore energetico

Tra il 2015 e il 2016 il numero di acquisizioni, investimenti e partecipazioni in venture capital nei progetti di energia pulita è più che raddoppiato, passando da 21 a 44. Il dato si riferisce alle attività svolte dalle major del petrolio mondiali e a rivelarlo è una ricerca pubblicata da Bloomberg New Energy Finance, secondo la quale negli ultimi 15 anni sono state 428 le operazioni di questo tipo con investimenti per complessivi 6,2 miliardi di dollari per la costruzione di società di energia pulita.

Certo, si tratta di cifre ancora modeste se comparate con gli investimenti mossi complessivamente dall’industria petrolifera: basti pensare che una sola delle major ha messo a budget 25 miliardi di dollari quest'anno per le spese in conto capitale.

"Resta il fatto che la tendenza in atto riflette la loro strategia di base che punta a testare nuove idee e nuove imprese", ha dichiarato Richard Chatterton, uno degli analisti che ha scritto la relazione e che poi ha aggiunto: “Quando un’opportunità commerciale è confermata iniziano gli investimenti su vasta scala”.

D’altra parte la scelta di investire da parte delle grani compagnie petrolifere anche sulle rinnovabili è spiegabile sia dalla volontà di diversificare il portafoglio e sia dalla forte crescita registrata dal comparto delle rinnovabili negli ultimi anni. Ormai le rinnovabili sono considerate un business promettente: in base alle stime di Bloomberg New Energy Finance nel 2016 il settore dell’energia pulita ha attirato investimenti per circa 290 miliardi di dollari.

La maggior parte degli investimenti delle big del petrolio sono concentrati nel solare e al secondo posto nell’eolico. L’off-shore in particolare sta attirando sempre più interesse: secondo gli analisti è il segmento più rischioso e a più elevata redditività. Al contrario, l’interesse per i biocarburanti risulta in declino.
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