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Columbia Threadneedle Investments

Mercati obbligazionari, speriamo che un po’ di aspettative restino anche per il 2018

C’è il rischio che gran parte delle aspettative in termini di maggiore crescita globale, ripresa dell’inflazione e posti di lavoro sia già incorporata dai mercati.

24 Marzo 2017 09:34
financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Jim Cielinski mercati emergenti mercati obbligazionari

L’ascesa dei rendimenti obbligazionari si è momentaneamente fermata e i successivi movimenti al rialzo potrebbero richiedere un’analoga dinamica della crescita e dell’inflazione globali.

“È probabile che questo avvenga, spingendo in alto i tassi con l’avanzare dei mesi” dichiara Jim Cielinski, Responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale c’è da aspettarsi un percorso accidentato sebbene sia sempre il caso di assumere atteggiamenti non emotivi per evitare di pagare dazio. Anche perché è molto probabile che le ricadute positive delle politiche odierne dovrebbe vedere i frutti nel 2018, non nel 2017.

Certo, se Trump dovesse inaspettatamente mantenere quasi tutte le promesse fatte in campagna elettorale, i rendimenti dei bond sarebbero destinati a salire più in alto e più rapidamente, creando, con ogni probabilità, uno scenario di espansione e contrazione che si concluderebbe con una recessione, causata da un aumento marcato dei tassi d’interesse.

“Al contrario se, come ipotizziamo, alcune importanti iniziative di politica economica procedessero lentamente, gli asset rischiosi ne trarrebbero giovamento” precisa però Jim Cielinski, che delinea lo scenario migliore per le obbligazioni ipotecarie, societarie e dei mercati emergenti: che resti un po’ di carburante nel serbatoio per il 2018.

“La certezza del risultato, accompagnata da un ritardo nell’attuazione, creerebbe le condizioni ideali per gli asset rischiosi, dando vita a uno scenario nettamente migliore rispetto al rischio associato a un contesto di espansione e recessione” spiega Jim Cielinski.

Resta il fatto che gli investitori dovranno impegnarsi a fondo per ottenere risultati interessanti, perché l’aumento dei rendimenti graverà sulle performance nella maggior parte dei segmenti del mercato.

“Le obbligazioni societarie e le emissioni dei mercati emergenti appaiono interessanti, ma bisogna prestare attenzione ai rischi estremi, in quanto il restringimento degli spread ha lasciato pochi margini per remunerare il rischio di recessione. I titoli di Stato continuano a presentare una scarsa attrattiva” specifica Jim Cielinski.

Come spesso accade, i mercati sembrano reagire esageratamente all’importanza immediata dei cambiamenti, sottovalutando al contempo le loro implicazioni di lungo periodo: l’aspetto importante è che tali sviluppi si stiano effettivamente verificando.

“Nelle economie emergenti, un lungo periodo di investimenti alimentati da debito sta per terminare. Nei mercati sviluppati, il populismo ha preso piede quale risposta diretta alle manchevolezze delle economie post-crisi” sostiene Jim Cielinski, che vede i mercati obbligazionari stretti tra tre fuochi incrociati: la lotta contro il peggioramento del tenore di vita, la disuguaglianza dei redditi e il ristagno della produttività.
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