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Brexit

Azionario UK, al momento gli utili societari sono alquanto sottovalutati

Nel Regno Unito, nonostante l’incertezza economica e politica e la riduzione dei consumi, gli utili aziendali dovrebbero salire del 20% quest’anno e del 7% nel 2018.

30 Giugno 2017 09:41
financialounge -  Brexit Columbia Threadneedle Investments Maya Bhandari mercati azionari Regno Unito sterlina utili

“Non abbiamo apportato modifiche alla posizione neutrale sulle azioni e sui tassi britannici, né abbiamo cambiato l'opinione negativa sulla sterlina” tiene subito a precisare Maya Bhandari, Gestore di portafoglio Multi-asset di Columbia Threadneedle Investments, rivelando che, alla vigilia delle elezioni inglesi i fondi gestiti e i desk reddito fisso e azioni globali sono rimasti complessivamente neutrali nei confronti del Regno Unito.

All'interno della regione, la manager ha invece effettuato allocazioni in large cap e società growth maggiormente orientate al mercato internazionale. Scelte di portafoglio che si sono dimostrate efficaci alla luce della risposta del mercato dopo l’esito del voto: deprezzamento della sterlina, solide performance delle azioni, trainate dalle società che generano utili all'estero, e una debolezza sostenuta per le azioni esposte all'economia interna.

Adesso, tutta l’attenzione riguarda la Brexit. Infatti i meccanismi dell'uscita dall'UE appaiono fondamentali per la previsione delle ripercussioni economiche. Se da un lato non è da escludere che il Regno Unito possa cambiare idea sull'applicazione dell'articolo 50 entro due anni, è altrettanto ipotizzabile che questo periodo non sia sufficiente per giungere a un accordo su tutti gli aspetti pratici della Brexit, con un conseguente scenario caotico con l'acqua alla gola.

“Il nostro scenario di riferimento contempla una Brexit piuttosto drastica, in cui l'immigrazione resta una tematica chiave e l'accesso al mercato unico non è più possibile o è gravemente limitato” specifica Maya Bhandari che ammette di aver assunto un atteggiamento più prudente sulle azioni britanniche esposte al mercato nazionale, poiché le attuali difficoltà sono diventate più evidenti in seguito all'esito delle elezioni.

Per la manager, queste società devono fare i conti con l'ulteriore indebolimento della spesa per consumi, anche per effetto delle incertezze politiche ed economiche e per l'effetto erosivo dell'inflazione sui redditi reali. Il tutto senza trascurare il crollo del tasso di risparmio, che ha spinto l'equilibrio finanziario delle famiglie in deficit per la prima volta dal 2008.

“Le grandi società globali potrebbero inoltre risultare vulnerabili alla debolezza dell'economia statunitense, soprattutto quelle con valutazioni elevate. Nel frattempo, è possibile che l'impulso una tantum per le società che generano utili su scala internazionale derivante dall'indebolimento della valuta si sia esaurito” sostiene Maya Bhandari che, malgrado queste difficoltà, prevede comunque una crescita degli utili aziendali UK del 20% per quest'anno, e del 7% per il 2018.

Si tratta di stime che tengono conto del fatto che il sottopeso degli investitori sulle azioni britanniche è vicino ai minimi pre-Brexit, che le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) in chiave opportunistica evidenziano una ripresa e che le valutazioni (con il rapporto prezzo/utili 2017 a 15) appaiono interessanti, specialmente rispetto agli USA. Senza dimenticare, infine, che le azioni britanniche continuano a offrire un rendimento da dividendo pari all 4,1% (che scende leggermente al 3,7% se si escludono le materie prime).
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