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Corporate bond, perché quelli USA sono interessanti per gli investitori europei

Maggiori rendimenti, solidità degli emittenti, ampia possibilità di scelta e numerose operazioni di M&A rendono i corporate bond USA attraenti per gli europei.

19 Maggio 2017 09:50
financialounge -  Capital Group corporate bond fusioni e acquisizioni Jeremy Cunningham mercati obbligazionari USA

Utilizzare un approccio basato sui fondamentali che sappia individuare opportunità a prescindere dal contesto del momento. È quanto suggerisce Jeremy Cunningham, Investment Specialist di Capital Group a coloro che volessero investire sui mercati obbligazionari statunitensi che sembrano essere giunti a fine ciclo.

“Quando le prospettive sono incerte, è più ragionevole concentrarsi sui singoli titoli in portafoglio e valutare se dispongono o meno della solidità necessaria per superare le incertezze di breve termine” specifica Jeremy Cunningham che, pertanto, opta per un approccio capace di generare extra rendimenti in qualsiasi congiuntura di mercato oppure, come nel caso presente, in qualsiasi fase del ciclo creditizio. Precisato questo, è importante poi ricordare che ci sono diversi elementi a favore dell’obbligazionario USA per un investitore europeo: l’opportunità di rendimento offerta, la vasta scelta disponibile, e le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni).

In primis le obbligazioni societarie statunitensi offrono uno spread (extra rendimento) rispetto ai titoli monetari e ai titoli di Stato che garantisce un reddito maggiore, mantenendo un profilo di rischio qualitativamente buono. Offrono inoltre rendimenti maggiori rispetto a titolo omologhi europei. In secondo luogo, l’ampiezza e la liquidità dei mercati dei capitali statunitensi, rispetto a quelli europei dove le società tendono a fare maggiore affidamento sui finanziamenti bancari, hanno poi permesso ai gestori di costruire portafogli solidi e diversificati con una maggiore flessibilità, contribuendo così ad evitare i crediti in deterioramento.

In terzo luogo, l’ingente attività di M&A, ha generato opportunità a livello di valutazioni, sostenendo spesso le quotazioni di compagnie con rating più bassi ma già ristrutturate e ben gestite. “Malgrado numerosi investitori abbiano preferito evitare la fascia di rating inferiore, noi l’abbiamo ritenuta un’opportunità per cogliere valore nei casi in cui avevamo solidi elementi per ritenere che il management della società si stesse adoperando per ridurre l’indebitamento” rivela infatti Jeremy Cunningham che poi conclude con un ulteriore aspetto di rilievo: la capacità di selezionare i settori e, all’intero di essi, gli emittenti.

“Per esempio l’attrattiva principale del settore tecnologico è lo stadio di sviluppo in cui si trova: per conseguire un rendimento in questa area del mercato, gli investitori devono ricercare le società leader che sviluppano nuove tecnologie, ad esempio nel cloud computing” conclude Jeremy Cunningham.
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