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Volatilità, focus su restrizioni del credito in Cina e Fed più aggressiva

Tra i fattori che potrebbero scatenare un incremento vigoroso delle volatilità spiccano un credit crunch in Cina oppure un incremento più aggressivo dei tassi della Fed.

24 Maggio 2017 10:02
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Guardare oltre la volatilità a breve termine e rimanere concentrati sui fondamentali economici e aziendali. Si possono sintetizzare così le conclusioni a cui giunge Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, nel commento settimanale ai mercati dal titolo ‘Interpreting market volatility’.

L’analisi, questa volta, parte dalla constatazione che anche i periodi di bassa volatilità non implicano che un incremento della volatilità sia imminente. “Storicamente, i periodi di bassa volatilità sono durati per parecchio tempo. E, di solito, si sono manifestati tra l'espansione economica e la politica monetaria prevedibile, esattamente lo scenario attuale” specifica Richard Turnill secondo il quale, la bassa volatilità di oggi riflette probabilmente, almeno in parte, il fatto che gli investitori che cercano reddito in parallelo vendono volatilità nei mercati delle opzioni.

Richard Turnill ritiene che un ambiente economico stabile dovrebbe contribuire a mantenere relativamente bassa la volatilità del mercato azionario, con un'espansione globale sostenuta e sincronizzata a pieno ritmo.

“Scorgiamo al momento pochi segnali di compiacenza del mercato azionario del tardo ciclo, con una leadership diversa nei principali mercati. Tuttavia, riteniamo che gli investitori dovrebbero prestare preoccupazione nelle classi di attività in cui la scarsa volatilità è coincisa con scambi sostenuti” puntualizza Richard Turnill.

Ovviamente, un passaggio a un nuovo regime di maggiore volatilità sarebbe negativo per le attività a rischio. È vero che è impossibile prevedere che cosa potrebbe innescare un brusco aumento della volatilità ma, secondo Richard Turnill, in prima fila i fattori scatenanti potrebbero essere una restrizione del credito in Cina e un ritmo molto più aggressivo nell’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.

“Ma non si tratta del nostro caso di base” si affretta comunque a sottolineare Richard Turnill che, in ogni caso, non si stente affatto di escludere picchi di volatilità di breve durata su rischi specifici come, per esempio, ulteriori turbolenze legate alle politiche statunitensi. Ma, in tutti i casi, per Richard Turnill gli investitori azionari sono compensati per rischiare, in particolare al di fuori degli Stati Uniti.
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