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BlackRock: "La geopolitica non interromperà la tendenza economica positiva"

I rischi geopolitici potrebbero minare la crescita globale solo nel breve periodo. Tuttavia tutto ciò che riguarderà il commercio globale va seguito attentamente.

10 Gennaio 2018 09:34
financialounge -  BlackRock cina commercio globale geopolitica mercati azionari mercati emergenti Richard Turnill USA

“Il nostro scenario base: i fattori geopolitici non interromperanno il tono positivo dei mercati nel 2018, se non brevemente”. È questo, in estrema sintesi il contenuto del commento settimanale ai mercati di Richard Turnill, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, intitolato ‘Il commercio è un rischio geopolitico chiave nel 2018’. Una considerazione che prende spunto dall'indicatore di rischio geopolitico di BlackRock (BGRI), che misura il grado di preoccupazione dei mercati finanziari sul rischio geopolitico tenendo traccia della frequenza delle menzioni di rischio geopolitico nei report dei media e degli intermediari finanziari.

Attualmente, il BGRI si posiziona al livello più alto da marzo 2015 e ben al di sopra dei livelli del 2017, quando i mercati stavano digerendo la vittoria elettorale di Donald Trump, preoccupandosi del risultato elettorale francese e temendo il potenziale per una Brexit dura. Quanto dovremmo preoccuparci del recente aumento del BGRI? “L'indicatore è ancora ben al di sotto del suo picco a lungo termine. Tuttavia, riteniamo che vi siano alcuni rischi che non bisogna sottovalutare” tiene a precisare Richard Turnill. Il riferimento è, soprattutto, al potenziale impatto che potrebbe provocare sui mercati un approccio protezionistico degli Stati Uniti al commercio internazionale.

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“Questo è un rischio che potrebbe scuotere la crescita globale e le prospettive di profitto e mettere in discussione le nostre prospettive economiche. Qualunque interruzione dei colloqui dell'accordo di libero scambio dell'America del Nord sarebbe un segnale molto negativo per il commercio globale, con ripercussioni negative soprattutto sulle azioni dei mercati emergenti (EM) a breve termine” spiega Richard Turnill che poi indica la sua seconda preoccupazione: le crescenti tensioni commerciali con la Cina.

“Stiamo monitorando attentamente i prossimi passi nelle revisioni in corso degli Stati Uniti sulle pratiche commerciali della Cina in settori come la tecnologia, l'acciaio e l'alluminio. Non prevediamo una guerra commerciale, ma gli investitori dovrebbero fare attenzione alla volatilità indotta da tutto quanto interessa il commercio nel 2018” puntualizza Richard Turnill che, alla luce di tutte queste considerazioni preferisce mantenere la propria preferenza per le azioni dei mercati emergenti e dei dei mercati sviluppati non statunitensi, privilegiando, in parallelo, una diversificazione nell’ambito dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti.
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