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Valute: la debolezza del dollaro fa sembrare forte l'euro

Non è in atto una guerra delle valute, ma è il dollaro che è debole rispetto all’euro: da inizio anno la moneta unica si è rafforzata del 4,1% sul biglietto verde.

30 Gennaio 2018 09:48
financialounge -  Amundi dollaro euro mercati valutari petrolio USA

Dopo un 2017 sostanzialmente tranquillo, i movimenti più significativi sui mercati finanziari continuano ad essere quelli legati alle valute. In particolare continua a persistere la debolezza del dollaro. Infatti, a fronte di un tasso di cambio effettivo dell’euro (cioè la variazione ponderata rispetto a tutte le principali valute estere) poco variato dall’inizio dell’anno (+ 0,6% dal primo gennaio 2018), la moneta unica europea si è rafforzata del 4,1% sul biglietto verde, a dimostrazione che non è tanto l’euro a essere forte in questa fase quanto piuttosto il dollaro ad essere debole.

Una debolezza, quella della valuta americana, tanto più sconcertante se si pensa che, a partire dallo scorso mese di novembre, i tassi lunghi (cioè quelli che scadono dopo 10 anni e oltre) sono saliti più negli USA che nel resto del mondo.

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Secondo quanto dichiarano gli analisti di Amundi nel loro ultimo Weekly Market Review, sono diversi i fattori che possono spiegare questo movimento ribassista sui mercati delle valute da parte del biglietto verde. “Uno di questi è l’aumento del costo della copertura valutaria per gli investitori europei e giapponesi perché i tassi a breve termine USA stanno salendo. L’acquisto di attività americane potrebbe pertanto sembrare meno interessante” spiegano i professionisti di Amundi, che poi segnalano pure l’importanza dell’aumento del prezzo del petrolio. “Anche se il legame negativo tra petrolio e dollaro è meno forte di prima, è ragionevole presupporre che parte del calo del biglietto verde sia da ricondurre al rialzo del prezzo dell’oro nero” spiegano gli esperti di Amundi che, inoltre, mettono all’indice pure l’incertezza riguardo alla politica economica americana.

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“Sul sentiment degli investitori non ha inciso solo l’incertezza riguardo alla politica commerciale americana, ma probabilmente anche l’episodio di shutdown (la chiusura degli uffici federali USA per il mancato accordo sull’aumento del debito pubblico americano) e il progresso delle indagini da parte del procuratore speciale Robert Mueller”.
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