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Multi asset, le opportunità di investimento legate al petrolio

Emerge una maggiore attenzione alla redditività aziendale, ma le opportunità più interessanti rimangono nella selezione dei singoli titoli del settore.

15 Dicembre 2017 09:36
financialounge -  Amundi fondi multi asset Francesco Sandrini Monica Defend petrolio

“Dal momento che la forte domanda dovrebbe essere bilanciata da una maggiore produzione sia da parte dei Paesi OPEC che da quelli non OPEC, ci aspettiamo che nel 2018 il prezzo del petrolio resti piuttosto stabile, ovvero tra 55 e 60 dollari al barile per il WTI e tra 60 e 65 dollari per il Brent” dichiarano Monica Defend, Head of Strategy, Deputy Head of Research di Amundi e Francesco Sandrini, Head of Multi-Asset Balanced, Income & Real return di Amundi, secondo i quali uno shock della produzione è improbabile, sebbene una esclation delle tensioni in Medio Oriente possa provocare volatilità nelle quotazioni.

In ogni caso, per Francesco Sandrini una valutazione dei movimenti del prezzo del petrolio è, per gli investitori multi asset, particolarmente rilevante viste le implicazioni nei diversi settori (sia direttamente, come nel caso del settore energetico, sia indirettamente, ad esempio nel settore dei trasporti) e l’influenza sule prospettive macro per i paesi importatori ed esportatori.

“Riteniamo che nel breve termine gli investitori avranno ancora opportunità limitate dagli investimenti diretti nel petrolio. Pur riconoscendo che l'inclinazione della curva dei futures indichi un contesto di investimento migliore (il prezzo corrente è superiore a quello forward), riteniamo che la maggior parte delle ipotesi sia già incorporata nelle attuali quotazioni di mercato” puntualizza Francesco Sandrini, che poi ricorda come l'investimento diretto nel petrolio abbia mostrato una volatilità implicita media del 30% dal 2015, con una leggera riduzione di recente.

“Ciò, allo stato attuale, qualifica il petrolio come un investimento con un profilo di rischio/rendimento asimmetrico per gli investitori, in cui la probabilità di subire stop loss a breve termine è superiore alla probabilità di realizzare un guadagno” specifica Francesco Sandrini, che sta sottoponendo a revisione la valutazione dei settori sulla base di una visione più costruttiva, in ragione dei rapidi cambiamenti nel sentiment e del posizionamento conservativo del mercato.

“Non possiamo trascurare il fatto che emerga una maggiore attenzione alla redditività aziendale rispetto agli anni precedenti. Tuttavia riteniamo che, a causa del possibile consolidamento nel settore petrolifero, le opportunità più interessanti rimangano nella selezione di titoli piuttosto che nelle esposizioni direzionali al settore (ad esempio, tramite derivati)” conclude Francesco Sandrini.
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