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Mercati, siamo entrati in una fase di minori rendimenti

I movimenti dei mercati sono compresi all’interno di un ampio intervallo ma ben al di sotto dei massimi dell’anno: bisogna tenersi pronti a invertire progressivamente la rotta.

7 Giugno 2018 09:36
financialounge -  Amundi banche centrali dollaro liquidità mercati emergenti iStock / Getty Images Plus

Da fine gennaio i mercati mostrano un andamento altalenante senza una chiara indicazione di traiettoria, né al rialzo né al ribasso, sebbene sempre al di sotto dei livelli massimi dell’anno. In generale, come commentano gli esperti di AMUNDI, siamo entrati in una fase di minori rendimenti dove la sensibilità alle notizie è (e continuerà ad essere) molto pronunciata. In questo contesto, i risparmiatori dovrebbero, innanzitutto, essere consapevoli che le prospettive di medio periodo si annunciano sempre più complesse in conseguenza di alcuni rischi potenziali (come quello di recessione o il rischio di errori politici). In secondo luogo dovrebbero tenere ben presenti tre importanti temi a breve termine.

LA SALUTE DELL’ECONOMIA


Il primo riguarda la salute dell’economia. Resta ben impostata (la crescita del PIL mondiale dovrebbe aggirarsi attorno al 4% nel 2018 ed essere leggermente al di sotto del 4% nel 2019, ma ancora al di sopra del suo potenziale nelle principali economie) ma con i picchi ormai alle spalle. Così come è da archiviare la crescita globale sincronizzata trainata dagli Stati Uniti. “I prezzi più alti del petrolio e i discorsi protezionistici depongono a favore di questa ipotesi in cui non sono previsti forti sovvertimenti, perché secondo il nostro scenario centrale il prezzo del petrolio si stabilizzerà attorno ai livelli attuali e non ci sarà una vera e propria guerra commerciale” specificano i professionisti di AMUNDI.

LE BANCHE CENTRALI IN ORDINE SPARSO


Il secondo tema riguarda le banche centrali. In ordine sparso, tutti i principali istituti centrali del mondo si stanno orientando verso politiche monetarie sempre meno accomodanti sebbene con tutta la gradualità del caso. “Negli Stati Uniti, la traiettoria della normalizzazione (rialzo graduale dei tassi di interesse, ndr) sembra più chiara e la Fed pare essere disposta ad accettare un modesto superamento dell’obiettivo d’inflazione, in attesa che finalmente si verifichi l’aumento dei salari alla luce della situazione di piena occupazione” puntualizzano gli esperti di AMUNDI.

APPROFONDIMENTO
La fine del QE della BCE in un contesto più difficile di quello della Fed nel 2014

RAFFORZAMENTO A BREVE TERMINE DEL DOLLARO


Il terzo tema è invece inerente al dollaro americano. Non si possono affatto escludere fasi di rafforzamento del biglietto verde ma dovrebbe trattarsi di fenomeni passeggeri come conseguenza delle divergenze temporanee tra la normalizzazione delle politiche delle Banche Centrali, con la Fed che prosegue il suo programma di rialzo dei tassi e la BCE e la BoJ che invece prendono tempo. Nel lungo termine, invece, l’aumento del deficit e del debito USA e la diversificazione delle riserve valutarie delle banche centrali internazionali dovrebbero agire a favore di un indebolimento del biglietto verde.

NESSUNA MINACCIA PER I MERCATI EMERGENTI


In ogni caso, secondo AMUNDI, il rafforzamento del dollaro non costituisce una imminente minaccia per i mercati emergenti. È vero che un biglietto verde più forte e tassi americani in rialzo rappresentano un deterrente ad investire nel debito emergente, ma è altrettanto vero che i differenziali di rendimento più alti offerti dai titoli dei paesi in via di sviluppo e valute più deboli (e quindi svalutate) potrebbero far riemergere delle opportunità nei mercati emergenti.

APPROCCIO ORIENTATO ALLA SELETTIVITÀ


Soprattutto se si ricorre ad un approccio orientato alla selettività e alla ricerca di specifici fattori (dalle ricadute positive o negative del prezzo del petrolio ai prossimi cicli elettorali, fino alla vulnerabilità esterna del paese emittente). “In questo contesto gli investitori, a livello tattico, dovrebbero puntare sugli aggiustamenti in atto (crescita robusta ma che si sta stabilizzando, bassa inflazione, Banche Centrali ancora accomodanti e non allineate temporalmente) attraverso la ricerca del valore relativo, l’approccio bottom-up (selezione dei singoli emittenti e titoli) e la diversificazione delle strategie e degli stili di gestione” suggeriscono i professionisti di AMUNDI.

APPROFONDIMENTO - Guarda il video
L’importanza di guardare agli utili aziendali

LA VOLATILITÀ CREERÀ OPPORTUNITÀ


Anche la volatilità potrebbe essere vista come un’opportunità in quanto capace di scompaginare gli equilibri di mercato: nelle prossime settimane potrebbe valere la pena analizzare le classi di attivi che hanno sofferto di più sui mercati. “Gli investitori dovrebbero in ogni caso essere pronti a invertire progressivamente la rotta (riguardo all’esposizione al rischio), mentre le acque potrebbero essere agitate da una possibile correzione reale e/o finanziaria a medio termine, guidata da forze o endogene o esogene” spiegano gli esperti di AMUNDI.

LA GESTIONE DELLA LIQUIDITÀ


Infine, sempre secondo i professionisti di AMUNDI, merita particolare attenzione la gestione della liquidità: “Sarà di fondamentale importanza per due ordini di motivi. Agevolerà un rapido adeguamento e una rotazione dei portafogli, e, al contempo, fornirà un cuscinetto di protezione per la conservazione del capitale”.
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