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Riforma e riduzione di acquisti dall'Asia spingono i tassi in alto

I tassi di interesse del mercato obbligazionario sono destinati a salire anche nel corso di quest’anno sebbene ad un ritmo piuttosto moderato.

17 Gennaio 2018 09:53
financialounge -  Amundi Bank of Japan mercati obbligazionari petrolio riforma fiscale tassi di interesse treasury USA

“Prevediamo che i tassi a lungo termine continueranno a salire anche nel 2018, seppure in misura più modesta, mentre il tema delle guerre commerciali continuerà ad essere rilevante nel corso di quest’anno”.

È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui giungono gli esperti di Amundi nel loro ultimo Weekly Market Review. Conclusioni che partono da una precisa constatazione: nelle ultime settimane i tassi decennali tedeschi e americani sono saliti, ritornando a livelli che non si vedevano rispettivamente da 6 e 10 mesi (0,59% e 2,57%).

I professionisti di Amundi hanno indicato i quattro fattori che hanno contribuito a questo rialzo. In primis, l’adozione, a metà dicembre, della riforma fiscale USA che ha aumentato le stime circa una crescita più robusta negli USA nel 2018 e nel 2019 e, in parallelo, un deficit fiscale più alto mentre la Federal Reserve dovrebbe proseguire alla normalizzazione dei tassi.

In secondo luogo, c’è stata una lieve riduzione degli acquisti di obbligazioni a lungo termine e a lunga scadenza da parte della Bank of Japan (BoJ): un fenomeno che, unito al disimpegno da parte della BCE negli acquisti netti di obbligazioni sul mercato, ha convinto gli operatori che le politiche monetarie diventeranno sempre meno accomodanti.

In terzo luogo, un articolo di Bloomberg da cui sembrerebbe che le autorità cinesi stiano pensando di rallentare o addirittura sospendere gli acquisti dei Treasury USA: una notizia di rilievo dal momento che la Cina, con i suoi 1.189 miliardi di dollari in Treasury USA risultava essere, ad ottobre 2017, di gran lunga il maggior detentore straniero di debito americano (seguita dal Giappone con 1.094 miliardi).

In quarto luogo, il rialzo costante del prezzo del petrolio dalla metà di giugno che ha spinto al rialzo le aspettative d’inflazione. “Tuttavia, l’aumento dei tassi a lungo termine è stato frenato da dichiarazioni anonime di alcuni funzionari, secondo cui il governo canadese sarebbe sempre più convinto che gli USA si ritireranno dal NAFTA: il Canada ha anche presentato all’OMC un reclamo nei confronti del suo vicino” hanno puntualizzato infine gli esperti di Amundi, proprio per sottolineare l’importanza delle potenziali guerre commerciali sul futuro dei tassi obbligazionari.
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