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Matthew McLennan

L’obiettivo è preservare il potere d'acquisto del capitale dei clienti

In un contesto di mercato nel quale è facile acquistare titoli con valutazioni eccessive l’approccio value di First Eagle punta a preservare il potere d’acquisto.

30 Settembre 2016 10:07
financialounge -  Matthew McLennan mercati azionari potere di acquisto

Si aspetta che nei prossimi 5 - 10 anni i rendimenti tendano ad essere inferiori rispetto ai decenni passati a fronte di rischi superiori. Inoltre, intravede il pericolo di acquistare titoli sopravvalutati. Ma Matthew McLennan, Portfolio Manager & Head of Global Value Team di First Eagle Investment Management in questa intervista esclusiva sostiene che l’approccio value di First Eagle (implementato nel portafoglio del First Eagle Amundi International Fund ) consente di individuare i titoli sottovalutati capaci di preservare il potere d’acquisto dei clienti.

Nell’attuale contesto di mercato (tassi a zero o, addirittura, sottozero e valutazioni di Borsa non certo a buon mercato) l’investitore rischia di fare scelte di portafoglio dettate dall’emotività che portano spesso a gravi perdite: quale suggerimento vi sentite di dare loro?
Ci troviamo in un periodo caratterizzato da rischi elevati. Il livello di indebitamento nel mondo è più elevato di quanto non fosse nel 2007, il populismo è in aumento in tutto il mondo e la competizione tra i vari sistemi culturali sta generando ulteriore complessità. Ci si potrebbe aspettare che, dato il contesto, i prezzi degli asset siano relativamente bassi e invece, come evidenziato nella domanda, sono elevati. Con riferimento ai prossimi 5 - 10 anni ci aspettiamo rendimenti inferiori e rischi più elevati rispetto a quelli delle generazioni precedenti.

Come muoversi?
In altre parole, è improbabile che le opportunità individuate a livello top-down siano molto attraenti ed è allo stesso tempo improbabile che le strategie passive siano sufficienti per produrre un rendimento reale soddisfacente. Tuttavia, non tutti i titoli sono sopravvalutati. Il fattore chiave per gli investitori è ricercare attivamente i singoli titoli che, per un motivo o un altro, sono sottovalutati. Se le aziende sottostanti sono resilienti ed i prezzi corretti, potrebbe essere vantaggioso acquistare questi titoli.

In cosa consiste, più in particolare, l’approccio ‘value’ di First Eagle?
Siamo investitori value con un approccio bottom up concentrato sui fondamentali e cerchiamo titoli negoziati a prezzi inferiori rispetto al loro valore intrinseco. Pensiamo a tale sconto come ad un "margine di sicurezza". Siamo agnostici rispetto al concetto di benchmark, il che significa che abbiamo la flessibilità necessaria per perseguire le nostre convinzioni in modo indipendente e per discostarci da quello che stanno facendo gli altri investitori.  Riteniamo che il nostro vantaggio competitivo chiave sia il temperamento paziente.

Quindi l’orizzonte temporale può fare la differenza?
In un mercato ossessionato dai risultati trimestrali, noi privilegiamo il lungo periodo: un decennio o più. Conserviamo una lista di titoli che vorremmo possedere e, a volte, dobbiamo aspettare anche 10 anni prima che il prezzo di una di queste società scenda ad un livello accettabile. Una volta acquisite queste azioni, potremmo aspettare altri 10 anni prima che il prezzo di mercato raggiunga il valore intrinseco.

Uno dei segni distintivi dell’approccio ‘value’ di First Eagle è quello di preservare il capitale: ce ne può parlare ?
Il nostro obiettivo primario è preservare il potere d'acquisto del capitale dei nostri clienti. Una modalità attraverso la quale perseguire questo obiettivo consiste in un’accurata selezione degli investimenti. Privilegiamo aziende che incorporino il concetto di “scarsità” in un modo o nell’altro. Alcune sono aziende che possiedono beni tangibili scarsi quali i metalli preziosi, le miniere o proprietà immobiliari urbane di pregio. Altre, hanno sviluppato modelli di business che rappresentano la scarsità intangibile, come ad esempio  competenze specialistiche o economie di scala efficaci. Proprio per la loro resilienza, pensiamo che tali aziende possano contribuire a preservare il capitale degli investitori. Allo stesso modo riteniamo che detenere liquidità o azioni di società aurifere possa contribuire a preservare il capitale.

Un altro tratto peculiare è il cosiddetto ‘margine di sicurezza’: di cosa si tratta?
In primo luogo, cerchiamo di non pagare prezzi eccessivi per gli asset. Se pagassimo  100 dollari per un asset  che in realtà ne vale 50, la metà del patrimonio andrebbe perduto.  Dunque, ricerchiamo titoli con un significativo margine di sicurezza tra il prezzo da pagare e il suo valore secondo le nostre stime. Questo significa che facciamo tutto il possibile per evitare di rimanere coinvolti in potenziali bolle speculative come l’azionario giapponese a fine anni ottanta o i titoli tecnologici a fine anni novanta. Allo stesso tempo, riponiamo grande attenzione nel calcolare le nostre stime. Cerchiamo di pagare per livelli di redditività sostenibili, non per i picchi di rendimento. Se pensiamo che stiamo investendo nella crescita, lo facciamo ma con stime conservative basate su tassi di crescita sostenibili. In caso di reinvestimento degli utili, agiamo con cautela al fine di garantire che il processo di reinvestimento crei valore o che almeno non lo distrugga.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Amundi Asset Management
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