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La politica monetaria continuerà a sostenere l’economia e i mercati finanziari

Gli ultimi annunci da parte di Draghi forniscono un supporto ancora importante alle obbligazioni dei paesi periferici e alle obbligazioni societarie.

1 Novembre 2017 08:00
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L’annuncio di Mario Draghi nella conferenza stampa post meeting di giovedì 26 settembre di ridurre l’importo mensile del programma di acquisto di titoli obbligazionari euro sul mercato da 60 a 30 miliardi, prolungandolo però almeno fino a settembre 2018, ricorda l'inizio del tapering del QE da parte della Fed nel dicembre 2013.

Secondo gli esperti di Amundi è l’ulteriore conferma del fatto che la BCE e la zona Euro sono in ritardo di circa 4 anni rispetto alla Fed e agli Stati Uniti in tema di politica monetaria.

Se così fosse, dal momento che il primo rialzo dei tassi da parte della Fed è stato deciso nel dicembre 2015, il primo rialzo dei tassi da parte della BCE potrebbe concretizzarsi nel quarto trimestre 2019, mentre per il secondo rialzo dei tassi BCE si dovrebbe aspettare il quarto trimestre 2020 (dal momento che la Fed ha eseguito il secondo rialzo dei tassi nel dicembre 2016).

Tornando agli annunci di Draghi, è vero che il mercato si attendeva una riduzione ancora maggiore degli acquisti di attività ma è altrettanto vero che il presidente della BCE ha tenuto a specificare che il QE non si arresterà “all’improvviso” dopo questi nove mesi: di conseguenza, si può ipotizzare che l’Eurosistema farà acquisti nel 2018 per oltre 270 miliardi di euro (30 miliardi per 9 mesi).

“Detto ciò, continuiamo a essere convinti che l’anno prossimo i tassi tedeschi saliranno perché la Bundesbank continuerà ad acquistare titoli a breve termine e perché nei prossimi mesi si ricostituirà una certa differenza tra i rendimenti dei titoli obbligazionari a breve termine e quelli dei titoli a lungo termine”, sottolineano i professionisti di Amundi, persuasi che questo annuncio è sostanzialmente positivo per le obbligazioni dei paesi periferici e delle obbligazioni societarie, perché gli acquisti netti continueranno a supportare queste attività per almeno un anno a ritmi ancora relativamente sostenuti.

“Manteniamo un’opinione positiva sulle obbligazioni societarie in euro. Nel mercato delle obbligazioni societarie, la BCE si trova di fronte a vincoli minori rispetto a quelli nel mercato dei titoli di Stato (non c’è un problema di scarsità). Prevediamo che la BCE ridurrà della metà gli acquisti di obbligazioni societarie, portandoli a 3,5 miliardi di euro al mese”, affermano gli esperti di Amundi che poi passano all’ambito valutario.

“Gli annunci hanno provocato una certa svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro USA. A breve termine, ci sono motivi per credere che il biglietto verde potrebbe apprezzarsi sull’euro. Tuttavia, nel complesso, siamo ancora convinti che l’euro si rafforzerà sul dollaro nei prossimi dodici mesi, ma questo processo potrebbe richiedere un po’ più di tempo del previsto”, concludono i professionisti di Amundi, convinti che l’anno prossimo la politica monetaria continuerà a sostenere l’economia e, in misura ancora maggiore, i mercati finanziari.
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